Lavoro e professione

Bambini, allarme apnee notturne e malattie respiratorie 

di Renato Cutrera (presidente nazionale Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili, SIMRI)

Non sono solo gli adulti a russare regolarmente tutte le notti. Anche il 5% dei bambini italiani soffre di questo disturbo mentre il 2% è colpito dalla più grave sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. Se il problema non viene curato, a lungo andare, può portare a disturbi dell'apprendimento provocati dal poco riposo, ritardi nella crescita e depressione. Inoltre aumenta il rischio di gravi malattie del cuore tra cui ipertensione, ingrandimento del volume del ventricolo sinistro, aterosclerosi e patologie coronariche.

È l'allarme lanciato in occasione del 21° congresso nazionale della Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (Simri). Al più importante appuntamento della pneumologia pediatrica partecipano oltre 500 specialisti e si svolge a Napoli dal 12 al 14 ottobre 2017. In questo evento ampio spazio è dedicato al tema dei corretti stili di vita e i problemi respiratori. In particolare visto il grande successo ottenuto nelle precedenti edizioni, è replicata la manifestazione Vivere bene per respirare meglio: Dai un calcio al fumo.

L’apnea è caratterizzata da prolungate ostruzioni complete o intermittenti delle alte vie respiratorie. Questi problemi di salute sono spesso sottovalutati dai genitori ma in realtà rappresentano la terza minaccia per il benessere dei giovanissimi dopo il fumo e l'eccesso di peso. Tra le cause c'è anche il sovrappeso infantile che risulta triplicato negli ultimi 30 anni. In Italia oltre un milione di bimbi d'età compresa tra i 6 e gli 11 anni sono addirittura obesi. Anche chi è normopeso però può soffrire di questi disturbi e la causa è da ricercare nell'aumento del volume delle adenoidi e delle tonsille. Una possibile soluzione è quella di rimuoverle con un'operazione chirurgica. Russare tutte le notti è quindi un problema complesso che mina seriamente la qualità di vita del giovane e che va affrontato tempestivamente da un medico specialista

Il congresso ospita uno spazio educativo dedicato a bambini ed adolescenti. Per sabato 14 ottobre è invece prevista la partecipazione degli studenti dell'Istituto Comprensivo Statale “Foscolo-Oberdan” di Napoli che mostrano i loro elaborati (disegni, filmati) contro il tabagismo giovanile. A seguire i ragazzi daranno un simbolico “calcio al fumo” abbattendo dei birilli a forma di sigarette, sistemati come barriera su mini aree di rigore collocate in Via Partenope di Napoli. Dagli ultimi dati risulta che più del 56% dei fumatori italiani ha preso il vizio tra i 15 e i 20 anni. Per questo le campagne di prevenzione devono essere rivolte soprattutto ai giovanissimi. Le sigarette non provocano solo il cancro e le patologie cardio-vascolari ma anche molte malattie respiratorie. In molti casi la broncopneumopatia cronica ostruttiva può avere origini proprio in età pediatrica. I bambini che presentano un calibro delle vie aeree più piccolo, una volta che iniziano a fumare, possono manifestare intorno ai 40 anni BPCO precoce.

Il fumo di mamma e papà
Va poi sottolineato il grave problema dell'esposizione al fumo passivo. È una delle principali cause dell'ipertrofia adenoidea che a sua volta dà origine ai disturbi respiratori infantili del sonno. Nonostante le leggi sempre più restrittive, la metà dei tabagisti italiani ammette di accendersi una sigaretta in presenza di bambini. La SIMRI ha quindi promosso, insieme alla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e all'Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO), il progetto Il pediatria come facilitatore di smoking cessation. L'obiettivo è dare ai medici una preparazione specifica su come riuscire a convincere i genitori di bambini afflitti da patologie respiratorie a smettere di fumare. In questo modo è possibile anche prevenire il tabagismo giovanile perché è dimostrato scientificamente che chi cresce in una casa in cui è consentito fumare tende a prendere il vizio da grande. Il progetto è promosso solo dalle tre società scientifiche senza nessun educational grant. Dopo il primo corso a Salerno, le attività formative si sposteranno a Roma, Torino e Firenze.


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