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Salute «over 65», in Emilia Romagna un milione di malati cronici: il punto sull'assistenza al congresso Fadoi

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Dei 24 milioni malati cronici italiani (il 39% della popolazione, secondo l’Istat) poco meno di un milione (oltre 830mila) si trovano in Emilia Romagna: over65 – soprattutto donne - affetti in particolare da ipertensione arteriosa, diabete, asma bronchiale, osteoartrosi, disturbi della tiroide, scompenso cardiaco, malattie ischemiche del cuore e neurologiche.
Ma in Emilia Romagna, dove l’aspettativa di vita media per gli uomini è 80.9 anni e per le donne è 85 (poco al di sopra del dato nazionale) e la percentuale di persone che si dichiara in buona salute è pari al 73,5%, è cambiata la popolazione dei pazienti ricoverati nei reparti di Medicina Interna, ormai sempre più ultranovantenni.
«Siamo passati dai 41.529 del 2002 ai 68.692 del 2017 - ricorda Giorgio Ballardini, presidente di Fadoi Emilia Romagna - Si tratta di pazienti fragili, polipatologici, difficili da dimettere e che sempre più spesso muoiono in ospedale, rispetto al passato. Basti pensare che nel 2017 il decesso avveniva a domicilio nel 25% circa dei casi, a fronte del 35% nel 2000. L’assistenza a queste persone è la sfida principale dei medici internisti chiamati a occuparsi di malati polipatologici, cronici o cronicamente acuti, quando per gli specialisti d’organo "non c’è più niente da fare"».
E delle prospettive della Medicina interna anche nella Regione Emilia Romagna si parlerà in occasione del XXIII Congresso di Fadoi – Federazione nazionale dirigenti ospedalieri internisti – in programma dal 12 al 15 maggio a Bologna (Palazzo della Cultura e dei Congressi) alla presenza, tra gli altri, del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, del Presidente dell’Istituto superiore di Sanità Walter Ricciardi e del Direttore generale dell’Aifa Mario Melazzini. Ancora Ballardini: «Il moderno medico internista, oltre a essere "specialista della complessità" che deve tenere conto del fabbisogno di posti letto, dei cambiamenti sociali, di una famiglia sempre più fragile, deve poter fare un salto di mentalità favorendo un’alleanza con i Medici di medicina generale, con gli specialisti d’organo, con pazienti e familiari affinché sia possibile una proporzionalità delle cure, rivolte ai bisogni delle persone nelle diverse fasi della vita, e una condivisione delle aspettative che porti a rendere nuovamente accettabile un concetto un tempo chiaro e oggi non scontato: nonostante progressi tecnologici e farmaci si muore ancora di “vecchiaia”.
Durante i lavori del Congresso, particolare attenzione verrà data all’eccesso dei farmaci prescritti agli over65, causa sempre più frequente delle riospedalizzazioni che hanno spinto l’Oms a lanciare la Campagna di sensibilizzazione “Medication without harm”. Progetto che anche in Italia vede in prima linea medici e infermieri con un unico obiettivo: ridurre i danni correlati all’abuso e all’errato uso dei farmaci, migliorando le pratiche e riducendo gli errori terapeutici. Ampio spazio sarà dedicato al ruolo che Fadoi sta assumendo nei confronti del servizio del Sistema sanitario nazionale e al contributo delle Società scientifiche nella produzione di informazioni utili al Ssn e all’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Quindi focus su: malattie rare, rene e gravidanza e infezioni gravi in Medicina interna.
Fadoi, Federazione delle Associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti, è una società scientifica di Medicina Interna attiva da oltre 20 anni. Conta circa 3000 iscritti e si caratterizza per un intenso impegno per la ricerca e la formazione.


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