Lavoro e professione

Fabbisogno specialisti, Anaao giovani: «La mancata intesa Stato-Regioni mina la sopravvivenza del Ssn»

di Rosanna Magnano

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24 Esclusivo per Sanità24

«Il problema è sempre lo stesso: questo è il secondo anno che lo Stato determina un fabbisogno di specialisti superiore all'attuale (8.500 posti stimati), si rivolge alle Regioni e si stabilisce che non è possibile stanziare fondi per le ulteriori borse perché non ci sono. Questo è quello che è successo lo scorso anno e questo si prefigura anche quest'anno. Solo che quest'anno siamo in una fase ancora più preliminare. Perché ancora le regioni non lo hanno esaminato». È questo il commento di Pierino Di Silverio, del direttivo Anaao giovani, alla mancata pronuncia da parte della Conferenza Stato Regioni sulla bozza di accordo riguardante la determinazione del fabbisogno di medici specialisti da formare per il triennio accademico 2017-20. «La risposta non potrà che essere la stessa. Vanno reperiti soldi. Il fatto è anche che l'Italia è divisa in tre. Da una parte ci sono le regioni in piano di rientro, altre appena uscite e una piccola quota che non se la passano male. Un'eterogeneità che non permetterà mai lo stanziamento di ulteriori fondi. Allora è inutile raschiare il barile, bisogna capire che per formare i medici bisogna investire. La situazione è drammatica, soprattutto per la prospettiva futura e per l'assenza totale di programmazione. La nostra proposta è molto concreta: coinvolgere direttamente i professionisti e le parti in causa in un tavolo tecnico per elaborare una proposta che salvi la qualità della formazione e garantisca un futuro per il Ssn. Nessun governo si è degnato di consultarci».

Anaao Giovani ha espresso in una nota «estremo disappunto» per lo slittamento dell'intesa sul fabbisogno di medici specialisti rispetto alla bozza presentata nell’ultimo incontro Stato-Regioni, «una scelta miope, che mina pericolosamente la sopravvivenza stessa del nostro Sistema Sanitario Nazionale». «A quanto pare alle Regioni italiane - sottolinea Anaao giovani - non interessa che i loro giovani neolaureati in medicina, il futuro del sistema sanitario nazionale, che loro stesse hanno contribuito economicamente a formare con una spesa di 150.000 euro cadauno, siano costretti ad emigrare all’Estero per l’assurdo imbuto formativo che impone ogni anno a 11.000 neolaureati di partecipare ad un concorso per 6.000 borse di specialità. A quanto pare alle Regioni italiane non interessa che i concorsi, ora anche nelle Regioni cosiddette “virtuose”, vadano deserti nelle branche vitali per i servizi per gli utenti, ovvero l’emergenza urgenza. A quanto pare alle Regioni italiane non interessa che, in mancanza di candidati ai concorsi, i servizi di pronto soccorso e le sale operatorie vengano sempre più spesso subappaltati al privato accreditato e a cooperative di medici ed infermieri di cui è difficile verificare livello di preparazione e affidabilità».

E il commento è negativo anche sulla riforma dell'esame per l'abilitazione .
«Anaao Giovani inoltre esprime profondo dispiacere - continua la nota del sindacato - per la mancata istituzione della laurea abilitante, come auspicato, sostituita invece dalla modifica dell’attuale esame di stato. È sicuramente una nota positiva l’anticipo del tirocinio formativo, che precedentemente si svolgeva nei mesi successivi la laurea, agli ultimi due anni del Corso di Studi, permettendo così di accorciare i tempi morti che prolungavano inutilmente il percorso del giovane medico. Tuttavia resta il rammarico per una vittoria a metà. Ciò che si sperava infatti era la totale soppressione dell’esame di stato, non la sua modifica».

In conclusione, secondo i giovani camici bianchi, «appare sempre più necessario ed urgente una riforma del sistema di formazione che permetta al medico di accedere immediatamente dopo la laurea al mondo del lavoro tramite l’inserimento in un percorso di formazione garantito a tutti i laureati in Medicina e Chirurgia. Senza rimanere intrappolato in un imbuto formativo, frustrante per lui e dannoso per la comunità che ha investito una quantità enorme di risorse per permetterne la formazione».


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