Lavoro e professione

Medici in sciopero, adesione al 90%. Palermo (Anaao): «Ministra Grillo ci ha chiesto un incontro»

di Red. San.

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«Le notizie che arrivano dalle Regioni parlano di una partecipazione allo sciopero dei medici ben maggiore rispetto alle aspettative, pari a 80-90% del personale. Bisogna tornare ad anni indietro per trovare la stessa adesione a una mobilitazione». Così, in occasione della conferenza stampa indetta da Intersindacale medica in concomitanza con lo sciopero nazionale di 24 ore dei camici bianchi della sanità pubblica, il segretario generale dell'Anaao Assomed, Carlo Palermo, ha tracciato un primo bilancio dell'adesione alla mobilitazione indetta oggi dai camici bianchi in tutta Italia. Un primo importante effetto, intanto, lo sciopero indetto sia per il rinnovo del contratto collettivo nazionale sia per preservare la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale lo ha ottenuto: «Abbiamo appena avuto la richiesta del ministro della Salute Giulia Grillo di incontrarci stamani stessa», ha annunciato Palermo. E poi: «Chiederemo - ha aggiunto - un impegno specifico al ministro un'assunzione politica di responsabilità. Non vogliamo nulla di più di quanto già previsto per legge». Altro fronte di dialogo è quello parlamentare. «Stiamo aspettando dalla presidente della Commissione Affari Sociali della Camera Marialucia Lorefice - ha proseguito il segertario nazionale - la risposta per capire qual è lo strumento legislativo adatto per accogliere le nostre richieste, può essere la legge di bilancio o il disegno di legge concretezza. L'importante è che ci siano tempi ragionevoli».

A spiegare nel dettaglio le ragioni dello sciopero, Andrea Filippi, segretario della Fp Cgil Medici. «Da 30 anni - ha affermato - stanno ammazzando lentamente la sanità pubblica e l'obiettivo sembra essere quello di ridurla all'osso per poter lasciare campo libero alla sanità privata. A 40 anni dalla legge 833 che ha introdotto il Servizio sanitario nazionale - spiega - i principi di equità e universalità che lo contraddistinguono sono del tutto disattesi". Questa situazione, prosegue, arriva «dopo anni e anni di tagli alla sanità pubblica». E non sembra cambiare oggi. «Il Governo del Cambiamento da un lato introduce il reddito della cittadinanza e dall'altro taglia i servizi sociali».
«Ci scusiamo - ha sottolineato Benedetto Magliozzi, della Cisl Medici - con tutte le persone che non possiamo assistere oggi, perché per noi non c'è maggior dispiacere che non poter fare il nostro lavoro. Ma questo sciopero, ancorché simbolico, è il modo che abbiamo per dire che non vogliamo essere testimoni dello smantellamento del sistema sanitario».


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