Lavoro e professione

Formazione, un ventaglio di 90 master per le 22 professioni sanitarie

di Rosanna Magnano

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24 Esclusivo per Sanità24

Dal master di genomica per i laboratoristi a quello per la sicurezza e il risk management per i tecnici della prevenzione, dal corso per la gestione e il supporto dei processi di qualità della sicurezza alimentare e ambientale al master interprofessionale di tecniche di ecografia cardiovascolare cui possono accedere sia i fisiopatologi del cardiocircolatorio che i tecnici di radiologia. Un ventaglio di 90 master universitari specialistici destinati alle 22 professioni sanitarie, che gli atenei potranno scegliere di attivare - a strettissimo giro - sulla base della propria offerta formativa in termini di competenze e docenze e dei fabbisogni del territorio. È questo il risultato di un lungo travaglio di concertazione - tra Miur e ministero della Salute, tra università, regioni e tutte le categorie professionali, compresi i clinici. Un lavoro di confronto coordinato in sei anni dall'Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie, che ha così definito i contorni di una riorganizzazione che interessa un comparto che vede impegnati oltre 650 mila operatori. Ne danno notizia i ministeri dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca e quello della Salute

«È stato un lavoro enorme - spiega Giuseppe Novelli, presidente dell'Osservatorio - e sono molto soddisfatto di aver portato a termine questo lavoro durante il mio mandato. Questo ci mette in grado finalmente di ottemperare agli obblighi previsti dal Contratto nazionale. E con questi master i giovani professionisti sanitari potranno acquisire quelle competenze che realmente servono agli ospedali o alle strutture che li assumeranno».

Le nuove competenze della salute
A l centro del lungo processo di selezione, le nuove competenze necessarie a soddisfare la domanda di salute e assistenza dei pazienti. «Servono persone che sappiano fare - conclude Novelli - con le giuste competenze necessarie a gestire le nuove tecnologie. Sulla base delle proposte inviate dalle categorie ne abbiamo praticamente scremato circa la metà. Evitando percorsi troppo teorici o già compresi nei corsi di laurea, smussando i potenziali conflitti e le sovrapposizioni. Abbiamo individuato master trasversali, per tutti, su competenze come il management. E master interprofessionali, aperti a due o più professioni, iniziative transdisciplinari che vanno oltre i singoli orticelli».

Si completa così l’applicazione della Legge 43 del 2006, che prevedeva la laurea triennale seguita da due tipologie di master di primo livello, uno per le funzioni di coordinamento e l’altro per le funzioni specialistiche. L’attivazione dei corsi di laurea specialistica/magistrale era già stata applicata dall’anno 2004.

Con l’approvazione, dunque, di circa 90 corsi di master, si copre una lacuna formativa importante. Come recita l’art. 16, comma 7 del Contratto di lavoro del 23 febbraio 2018, infatti, “il requisito per il conferimento dell’incarico di professionista specialista è il possesso del master specialistico di primo livello di cui all’art 6 della Legge n. 43/06 secondo gli ordinamenti didattici universitari definiti dal Ministero della Salute e il Ministero dell’Università, su proposta dell’Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie, ricostituito presso il Miur con il decreto interministeriale 10 marzo 2016 e sentite le regioni”.

Tre tipologie di master
Sono state individuate 3 tipologie di master. Master trasversali, rivolti a tutte o parte delle professioni con contenuti prevalentemente organizzativo-gestionali, didattici e di ricerca. Per questi Master il percorso didattico può essere unico per i professionisti ma con Crediti formativi universitari (Cfu) dedicati per l’applicazione alla specifica area professionale.

La seconda tipologia è quella dei Master interprofessionali, rivolti a due o più professioni su tematiche cliniche a forte integrazione interprofessionale. Il piano didattico deve prevedere, oltre a Cfu comuni tra le professioni, anche Cfu dedicati all’approfondimento di aspetti e competenze specifici per ciascuna professione a cui è aperto il master.

Infine, i master specialistici di ciascuna professione, che rappresentano lo sviluppo di competenze specialistiche di ogni professione. Tra questi, sono da distinguere i Master che abbiano una “certezza di spendibilità operativa” ai fini dell’art. 16 comma 7 del Ccnl, dai Master che una professione può proporre perché ritiene che in quell’ambito sia opportuno certificare delle competenze avanzate (ad esempio nella libera professione).

Ora, l’avvio della procedura di istituzione e di attivazione dei Corsi passa agli organismi preposti del Ministero della Salute e del Miur, fra cui il Cun, sia per la definizione degli ordinamenti didattici che per la valutazione dei fabbisogni formativi, anche tramite le Regioni, in analogia ai Corsi di Laurea triennale e di Laurea Magistrale.

Un esercito potenziale di 680mila professionisti
In base al Report annuale presentato all’Osservatorio del Miur da Angelo Mastrillo, segretario della Conferenza Nazionale Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie, gli Operatori sanitari che potrebbero usufruire di questa opportunità formativa sono oltre 680.000, distribuiti fra 436.000 Infermieri e 225.000 di altre 20 Professioni, fra cui 123.000 della Riabilitazione, con 65mila Fisioterapisti, seguiti da 28.000 Tecnici di Radiologia e 28.000 di Laboratorio, e 22.000 dell’area della Prevenzione.

Va detto che parecchi di questi operatori hanno già seguito percorsi formativi di Master attivati liberamente da diversi anni da alcune Università, specie per le funzioni di Coordinamento (ex Capo Sala e Capo Tecnico), che ora occupano le relative posizioni organizzative, e altri che svolgono attività specialistiche come ad esempio nell’area delle «cure palliative e terapia del dolore».

È difficile quantificare quanti Corsi potrebbero istituire e attivare le Università. Sulla carta, i 90 corsi ipotizzati comprenderebbero 70 Master monospecialistici, e una ventina fra trasversali e comuni Interprofessionali. Considerando che in genere i posti disponibili sono circa 25 per ogni Corso i posti a bando potrebbero essere come minimo e in partenza circa 2.250.

Quasi come i 2.600 posti assegnati quest’anno dal Miur per i 77 Corsi di Laurea Magistrale, di cui 1.300 posti sui 32 Corsi in Infermieristica e Ostetrica, 610 per i 34 della Riabilitazione, 496 posti per i 15 corsi dell’area Tecnica e 285 posti per gli 11 corsi dell’area della Prevenzione. Mentre i posti a bando per i Corsi di Laura triennale sono stati 24.681 su 421 Corsi e 716 sedi distaccate. Come è noto altri circa 11.000 posti sono assegnati fra 9.779 di Medicina e Chirurgia e i 1.096 di Odontoiatria. Quindi, il totale di studenti ipotizzati nel momento i cui partiranno anche i Master potrebbe salire a circa 38.000.


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