Lavoro e professione

Medicina generale, 75 milioni di risorse drenate dallo Stato e burocrazia «mangia-borse»

di Claudio Cappelli *

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24 Esclusivo per Sanità24

ESCLUSIVA. Il tema della carenza dei medici di medicina generale è un tema attuale, a ridosso della gobba pensionistica, con soluzioni politiche volte a colmare quel vuoto creato dalla mala programmazione o per meglio dire dal definanziamento della formazione. Se avessimo avuto il giusto contingente di borse messe a bando, recuperando anche quelle perse come nuovo finanziamento, non saremmo arrivati evidentemente a dover inserire nel sistema formativo medici senza borsa di studio.
L’impegno economico nel Def 2019 è stato lo stanziamento di ulteriori 10 milioni di euro come finanziamento vincolato che andranno ad aggiungersi al già storico e vincolato finanziamento di 38.735 milioni di euro. Il finanziamento totale per la formazione dei medici di medicina generale raggiungerà il “ragguardevole” traguardo di quasi lo 0.04% in rapporto al Fsn.
Nel Dl Calabria approvato in Senato sono stati invece stanziati 6 milioni di euro (2 milioni all’anno per tre anni) volti a coprire solamente i costi di organizzazione dei corsi per fare entrare in sovra-numero, senza borsa di studio il maggior numero possibile di medici all’interno di quel limitato finanziamento.
Il numero esatto del contingente di medici che sarà coinvolto da questa misura non è ancora noto, perché non sono noti (o meglio non lo erano) i costi “fissi” di organizzazione dei corsi.

Ma quanto costa formare un medico di medicina generale? Partendo da questa semplice, quanto non banale, domanda ho ricostruito il dato storico delle delibere del Cipe (Comitato interministeriale per la Programmazione economica) dagli anni 2000 all’ultima delibera del 2018 - la "2018 bis" per l’esattezza - quella che ha finanziato ulteriori 40 milioni di euro a quei 38.735 già vincolati e che ha visto aggiungere 840 borse di studio alle 1.123 borse già stanziate precedentemente.
L’ approfondimento delle delibere Cipe dal 2000 al 2018 ha evidenziato molti punti su cui lavorare e ha messo in luce i vari meccanismi di finanziamento, o per meglio di dire di definanziamento, all’interno dello stesso fondo annualmente vincolato per le borse di medicina generale.
Il totale del finanziamento (38.735 milioni di euro) viene infatti ripartito di anno in anno, nelle sue due voci principali:
1) Finanziamento per le borse
2) Finanziamento per l’organizzazione dei corsi

Ma ci sono altri meccanismi e altre voci che vengono messi in luce con questo lavoro e che sono:
- Meccanismi di Definanziamento
• IRAP
• RECUPERO BORSE
• L’IRAP è una sotto voce del “finanziamento borse” e per le amministrazioni pubbliche ed Enti dello stato equivale all’ 8.5%. Aumentando l’importo totale lordo delle borse di studio effettivamente erogate ai medici in formazione (di 11.600 euro annui) e portandolo quindi a 12.589,26 euro, sottrae risorse destinate alla quota “borse” de-finanziando di fatto dell’8.5% il numero di borse da mettere a bando ogni anno. Essendo poi l’IRAP un'imposta regionale è come se, nella quota parte di finanziamento destinata alle sole borse, si aggiungesse una “tassa” regionale che vada ad arricchire il fondo regionale per “l’organizzazione dei corsi”. L’IRAP ovviamente aumenta all’aumentare del finanziamento vincolato alle borse di studio.

• IL “RECUPERO BORSE” nell’Italia dei paradossi si configura invece come un meccanismo di definanziamento nel momento in cui le risorse recuperate (per abbandono o mancata iscrizione) vanno a far “risparmiare lo stato”, il quale sottrae alle Regioni lo stesso importo recuperato dal finanziamento totale degli anni successivi. La sola voce che viene ad essere decurtata per questo meccanismo, secondo la Conferenza Permanente nella seduta del 6 luglio del 1995, è quella relativa al “finanziamento borse”, andando quindi a salvaguardare le casse delle Regioni nella voce del “Finanziamento dell’organizzazione dei corsi”: ovvero se c’è da recuperare qualcosa lo si fa a scapito del numero di borse di studio per quell’annualità, non di certo a scapito della macchina amministrativa. Ma soprattutto, se vengono abbandonate delle borse, piuttosto che re-finanziare la formazione lo Stato preferisce far cassa. È in questo modo che dall’anno 2000 all’ultimo triennio “recuperato” del 2010-2013, lo Stato ha risparmiato 75 milioni di euro che hanno di fatto de-finanziato le borse di studio per altrettanti milioni di euro. È improrogabile recuperare quel finanziamento “risparmiato” così come quello che si sarà venuto a creare dal triennio 2011-2014 all’ultimo appena concluso (2015-2018, o 2016-2019 in chiusura) e che non appare ancora nelle delibere del Cipe.

- Meccanismi di redistribuzione del finanziamento
• La COMPARTECIPAZIONE DELLA SICILIA nella misura del 49.11% si configura come una sorta di redistribuzione della metà circa (49.11% appunto) dei fondi statali destinati alla regione siciliana nei confronti delle altre regioni a statuto ordinario. Questo è un ulteriore meccanismo indiretto che redistribuisce nelle casse delle Regioni una quota parte di finanziamento, andando ad aggiungersi all’IRAP e ai costi di organizzazione dei corsi. Il fondo della compartecipazione della Sicilia aumenta all’aumentare delle borse statali messe a bando per la stessa Regione di anno in anno.

- Meccanismo di programmazione borse
• IL FINANZIAMENTO PER L’ ORGANIZZAZIONE DEI CORSI è quella quota parte di finanziamento diretto che viene annualmente, arbitrariamente, assegnato alle regioni per poter “formare un corsista”. Non è un costo fisso, tutt’altro è l’unico costo variabile che variabilmente programma la formazione dei medici di medicina generale. Un'intera classe professionale, quella della medicina convenzionata è stata vincolata al “costo” annuale che serviva per formare i trienni. Si è venuto a configurare un quadro che dal 2000 al 2009 ha visto addirittura superare i costi di organizzazione dei corsi rispetto a quello delle borse. Cioè i “costi amministrativi” hanno superato i “costi professionali”. Dal 2009 in poi il trend si è invertito e sono aumentate esponenzialmente il numero di borse di studio e di conseguenza il finanziamento diretto (anche in virtù del fatto che è mancata la voce dei “recuperi borse”). Nell’ultimo anno infine, cioè nel 2018, abbiamo avuto due delibere del CIPE. La prima ha stanziato 38.735 milioni di euro con costi di organizzazione dei corsi totale per circa 790 mila euro. La seconda a distanza di qualche mese ha stanziato 40 milioni di euro per un costo di organizzazione dei corsi quasi 15 volte superiore ovvero di 8 milioni di euro (!).
Il costo medio di una borsa di studio è stato di 1.753 euro negli ultimi 6 anni (2013-2018) con una variabilità nello stesso 2018 che è andata dai 262 euro (nella prima delibera CIPE, quella dei 38.735 milioni di euro) ai 3.284 euro a borsa della seconda delibera (quella dei 40 milioni di euro con 840 borse extra).

Quanto costerà organizzare i corsi quest’anno e quindi di quanto finanziamento residuo per le borse di studio disporremo da poter mettere a bando? E quanto costerà formare un corsista senza borsa di studio del Dl-Calabria?

Vincolati all’arbitrario costo dell’organizzazione dei corsi, migliaia di giovani colleghi stanno aspettando il riparto del Fondo sanitario nazionale 2019 e la conseguente delibera del CIPE, in quello che a tutti gli effetti è il totale controllo della burocrazia amministrativa nei confronti dei professionisti convenzionati del Ssn.

Se questo è veramente il governo del cambiamento, allora il cambiamento atteso nella medicina generale deve passare necessariamente attraverso:
1) il rilancio del fondo per la formazione dei Mmg (lo 0.04% del Fsn è troppo poco!)
2) il recupero dei 75 milioni di finanziamento “risparmiati” dallo Stato fino al triennio 2010/2013
3) il recupero, quello vero, di ulteriori milioni di euro dei trienni successivi al 2010/2013 in nuovo finanziamento per le borse di studio
4) Costi Standard, fissi, per l’organizzazione dei corsi
5) Tenendo conto delle tre voci di finanziamento “extra borse” (IRAP, Costi per Corsi, Compartecipazione della Sicilia), sviluppare un modello rigido che preveda un’allocazione delle risorse certe e in maggior misura per nuovi contratti, in particolar modo negli anni a venire, nel pieno del ricambio generazionale.
«Io penso che nessuno in nessuna parte del mondo si possa parlare di futuro del proprio popolo o della propria organizzazione senza parlare di formazione. Chiunque controlli la formazione dei nostri ragazzi controlla il futuro» (Wilma Mankiller).

* Associazione Liberi specializzandi


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