Lavoro e professione

I medici di famiglia chiedono più investimenti, la Lombardia punta sulla telemedicina

di Carlo Buonamico

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24 Esclusivo per Sanità24

I medici di famiglia sono sul piede di guerra. È cosa nota. Non ce la fanno più a lavorare nelle condizioni e alle condizioni in cui si trovano nei loro ambulatori, con un numero oltremodo alto di pazienti – anche più di 1.500 – e con un livello organizzativo e tecnologico a dir poco inadeguato.E così, facendo proprio l'hashtag #AdessoBasta, i medici di medicina generale (Mmg) hanno deciso si scendere in piazza con un tour che porterà in 15 città un camper itinerante che permetterà di raccogliere le opinioni e i bisogni insoddisfatti dei cittadini rispetto al proprio medico e ai servizi che vorrebbe trovare nel suo ambulatorio.
Indicazioni in parte già note alla Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), promotrice dell'iniziativa presentata oggi a Palazzo Lombardia per la sua tappa nella regione della rosa camuna. Presenti, tra gli altri, il segretario generale nazionale Fimmg, Silvestro Scotti e l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera.

Più investimenti per gli Mmg
Ciò che chiedono i medici è chiaro: maggiore riconoscimento, non più solo formale, del loro ruolo pivotale per la qualità è la sostenibilità della salute pubblica. «Chiediamo che siano stanziati fondi, non solo a livello regionale ma anche nazionale, per adeguare le nostre condizioni di lavoro alla mole di pazienti che abbiamo in carico. Dobbiamo avere a nostra disposizione strumenti tecnologici sia per migliorare l'organizzazione del nostro lavoro sia per renderlo più allineato alle aspettative di un paziente sempre più connesso e digitale. Necessitiamo di nuove risorse umane che possano aiutarci nel lavoro quotidiano, anche nel modo di relazionarci con una platea di pazienti che in larga misura è in là con gli anni». Azioni che per essere realizzate richiederebbero investimenti che non andrebbero a pesare sul Fondo sanitario nazionale, secondo Scotti, bensì potrebbero essere reperiti «all'interno di specifici capitoli di spesa della legge di Bilancio, come quelli per l'innovazione tecnologica o per il reddito di cittadinanza. Poche decine di milioni di euro» che potrebbero essere trovate tra le pieghe del bilancio.

Il ruolo della telemedicina
La tecnologia applicata alla salute, del resto, può fare la differenza nell'approccio medico-paziente e anche nell'efficienza del servizio erogato dal servizio sanitario pubblico. La telemedicina, ad esempio, già molto diffusa in Lombardia che la porta come fiore all'occhiello del proprio sistema sanitario regionale. «A fine luglio abbiamo deliberato che la telemedicina possa essere uno degli strumenti in mano al Mmg, nell'ottica di ridurre le liste d'attesa e migliorare la qualità di presa in carico del paziente», evidenza Gallera. Tema caldo, quello del modello di presa in carico del paziente, che si riflette sul contratto dei medici di famiglia. «Noi saremmo favorevoli alla regionalizzazione anche degli accordi di lavoro collettivi perché la loro gestazione a livello nazionale dura troppo tempo e lascia insoddisfatti, perché non riesce mai a cogliere la necessità di novità dal punto di vista normativo. Come Regione noi andiamo avanti e stiamo studiando dei modelli innovativi che incentivino i medici attraverso strumenti che rendano la telemedicina una realtà sempre più capillarmente diffusa», continua l'assessore.

Voglia di autonomia
Un rinnovato desiderio di autonomia quello lombardo che dovrà confrontarsi con il nuovo ministro alla guida della Salute. «Abbiamo speranze», commenta con un gioco di parole Gallera, che però poi affonda: «Difenderemo con forza il nostro modello di sanità pubblico-privato, un'eccellenza che chiede a tutti di mettersi in gioco, anche alla medicina del territorio. Un modello che trova formule per garantire la sostenibilità del sistema delle cure in un panorama che cambia velocemente. Lo difenderemo da ogni attacco ideologico e dai lacci e lacciuoli che in una logica di un'omogeneità delle cure vogliono solo trascinare la sanità lombarda verso il basso anziché consentirle di essere un paradigma per tutto il paese». Siamo in tempi di manovra finanziaria, le carte sul tavolo sono state messe, sia dai medici di famiglia che dalla Regione. Attendiamo di sapere quali saranno le proposte del governo. Intanto, al grido digitale di #AdessoBasta, i medici continueranno a girare l'Italia per far sentire la propria voce.


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