Lavoro e professione

Allarme Simeup: rischio dei medici a gettone nei reparti di pediatria

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In un momento storico in cui il mondo della Pediatria a livello ospedaliero attraversa un momento di grande disagio per il numero estremamente esiguo degli operatori del settore, con grandi differenze da Regione a Regione e con il conseguente pericolo di incremento del rischio clinico e delle disuguaglianze, occorre interrogarsi su quale dovrà essere il ruolo della Pediatria d’urgenza all’interno del Servizio sanitario nazionale. È l’allarme lanciato a margine del XVI Congresso nazionale Simeup dalla Società italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica, riunita al Sermig - Arsenale della Pace di Torino dal 24 a 26 novembre. L’evento che vede riuniti oltre 700 pediatri è l’occasione per fare il punto sulle tematiche afferenti l’emergenza -urgenza in pediatria. «La carenza dei pediatri è un problema serio e concreto evidente anche nella insufficiente partecipazione ai concorsi, comportando la necessità – spiega il Presidente Simeup, Stefania Zampogna - di dover ricorre sempre più a c.d. medici a gettone, soluzione antieconomica, ma soprattutto rischiosa e inefficace nell’ottica della qualità dei servizi di assistenza e continuità delle cure. Per questi medici - sottolinea Zampogna - stante le caratteristiche delle modalità di impiego e per il fatto di prestare un servizio meramente occasionale, non è possibile in alcun modo prevedere e predisporre un percorso formativo o di affiancamento. Di fatto non hanno una struttura di riferimento, un team, una organizzazione sistematica nelle modalità di lavoro. Tutto questo lede profondamente l’identità professionale del pediatra dell’emergenza-urgenza, che la nostra società scientifica promuove e sostiene da sempre».
Affrontare casi complessi in urgenza implica lo sviluppo di un’esperienza e di un percorso logico-deduttivo ben strutturato. «L’aumento dei posti nelle Scuole di specializzazione in Pediatria - continua Zampogna - pur restando un buon segnale di attenzione da parte del governo e delle regioni, non è oggi una risposta sufficiente al bisogno di salute dei bambini atteso che avrà ricadute sull’attività degli ospedali soltanto fra diversi anni, si stima dal 2025 in poi. Diventa quindi urgente - conclude il Presidente Simeup - trovare delle soluzioni razionali, basate su un preciso calcolo dei fabbisogni, a salvaguardia e difesa dell’assistenza del bambino in situazioni di urgenza ed emergenza. C’è bisogno di percorsi sicuri per accogliere e gestire i bambini anche nei Pronto soccorso generali in Italia perché i reparti di Terapia intensiva pediatrica (Tip) sono pochi e con una disomogenea distribuzione geografica, a favore delle regioni del Nord, con la conseguenza che si è costretti a ricoverare i bambini nelle terapie intensive degli adulti».


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