Medicina e ricerca

Dal 2 al 10 maggio le giornate europee dello scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco in Italia colpisce 600.000 persone ed è la prima causa di ospedalizzazione per gli over 65. Affanno, difficoltà di respiro, senso di stanchezza sono i sintomi più frequenti. L’incidenza è in aumento a causa degli stili di vita, dell'aumentata sopravvivenza dopo un infarto e dell'invecchiamento della popolazione. Il 30% dei pazienti muore a un anno dalla diagnosi, il 50% a 5 anni. Contro questa patologia si attiva anche l'Italia: dal 2 al 10 maggio si svolgeranno, con il supporto di Novartis, le Giornate europee dello scompenso cardiaco, declinazione italiana dell'European heart failure awareness day, campagna europea di sensibilizzazione e informazione promossa dal 2010 dalla Società europea di cardiologia (European society of cardiology - Esc) e dalla Heart failure association (Hfa) of the Esc.

“Il tuo cuore è un bene prezioso. Ascoltalo” è il claim delle Giornate europee, che puntano a promuovere una maggiore consapevolezza sullo scompenso cardiaco, sensibilizzando pazienti, medici e istituzioni sull'importanza di dare a questa patologia adeguata attenzione a livello di prevenzione, diagnosi, terapie, ricerca e presa in carico dei pazienti per ridurre la progressione della patologia e gli episodi acuti. Saranno coinvolti i Centri di riferimento cardiologici in 24 città di dieci Regioni, da Nord a Sud, cardiologi e personale sanitario, pazienti e familiari, volontari e istituzioni che parteciperanno a open day negli ambulatori, incontri educazionali, attività di sensibilizzazione nelle piazze.

Capofila della campagna a livello nazionale, la Ausl di Piacenza, la prima istituzione ad aver promosso lo scorso anno questa iniziativa in Italia, con una serie di attività che per la loro efficacia si sono guadagnate il riconoscimento di campagna di maggiore successo a livello europeo.

«Le Giornate europee dello scompenso cardiaco sono una campagna paneuropea che ha l'obiettivo di aumentare la conoscenza di questa patologia, principale causa di ricovero dopo il parto e prima patologia per giornate di ricovero – afferma Massimo Piepoli, membro del Board di HFA e Responsabile Ambulatorio Scompenso e Cardiomiopatie, Ospedale di Piacenza – Siamo lieti che la campagna abbia avuto in Italia il patrocinio del Ministero della Salute, perché lo scompenso ha pesanti ripercussioni in termini di qualità di vita, costi sociali e costi sanitari. La diagnosi tempestiva insieme al controllo dei fattori di rischio permettono di rallentare il decorso della patologia. I progressi compiuti negli ultimi anni ci permettono di intervenire con efficacia, migliorando la sopravvivenza. E per il prossimo anno aspettiamo l'arrivo di nuove terapie farmacologiche che ci auguriamo possano migliorare la prognosi del paziente».

Lo scompenso cardiaco si determina quando il cuore perde la capacità di pompare sangue in tutto il corpo in maniera adeguata alle richieste dell'organismo. A provocare l'insorgenza della patologia è generalmente un evento cardiovascolare come l'infarto o patologie cardiache pregresse che modificano la struttura del cuore. Anche diabete mellito, ipertensione non controllata, malattie infettive, possono essere coinvolte.

La malattia ha carattere progressivo: i pazienti vanno di solito incontro a episodi acuti la cui gravità e frequenza aumenta nel corso del tempo con progressivo peggioramento fino alla morte. Si stima che il tasso di mortalità sia del 30% a un anno dalla diagnosi, 50% a 5 anni. Per prevenire il peggioramento della malattia o l'evoluzione verso lo scompenso di altre condizioni è fondamentale controllare i fattori di rischio, come fumo, diabete, pressione, colesterolo e glicemia, e adottare un adeguato stile di vita basato su dieta sana e attività fisica regolare.

In Europa lo scompenso cardiaco provoca il triplo dei decessi dovuti a tumori avanzati come quelli della mammella e del colon. La scarsa conoscenza di questa patologia ostacola il tempestivo riconoscimento dei sintomi: secondo i risultati di una recente indagine solo 2 italiani su 100 sono in grado di descrivere i sintomi dello scompenso cardiaco e solo 30 su 100 ritengono si tratti di una patologia grave. Quando si verificano i sintomi di scompenso cardiaco, una persona su 4 lascia passare una settimana o più prima di consultare un medico, oppure non chiede affatto assistenza medica.

Rilevanti le conseguenze sul servizio sanitario

«A soffrire di scompenso cardiaco in Italia sono circa 600.000 persone e si stima che la sua prevalenza nella popolazione cresca in maniera esponenziale con l'età: meno dell'1% sino a 60 anni, il 2% tra i 60 e i 70 anni, il 5% tra i 70 e gli 80, attestandosi a oltre il 10% dopo gli 80 anni – afferma Luca Baldino, Direttore Generale della AUSL di Piacenza – l'ospedalizzazione di questa tipologia di pazienti assorbe circa il 70% dei costi globalmente sostenuti per la malattia. I ricoveri per scompenso sono aumentati di circa il 50% negli ultimi dieci anni e attualmente il DRG 121 è il secondo per numero di ricoveri e il primo per numero di giorni di degenza. La riospedalizzazione è di circa il 20% a trenta giorni e del 50% a sei mesi. In termini economici, in Italia i costi per i soli ricoveri ospedalieri in acuzie ammontano a quasi 550 milioni di euro l'anno, pari al 2% del valore complessivo dei ricoveri e allo 0,5% della spesa sanitaria complessiva».

A dispetto del suo impatto clinico, sociale ed economico, lo scompenso cardiaco è una patologia ancora largamente sottovalutata, con conseguenze rilevanti sui pazienti, sulla loro qualità di vita, sulle famiglie e sulla spesa sanitaria. Per questo si è resa necessaria un’iniziativa ad hoc. La campagna in Italia è realizzata con il sostegno incondizionato di Novartis Pharmaceuticals: «Una corretta e diffusa informazione è il primo, decisivo passo per un'efficace prevenzione» sottolinea Georg Schroeckenfuchs, Country President di Novartis in Italia.


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