Medicina e ricerca

La sfida dell’Europa per una terza età attiva e indipendente

di Giorgio Vezzani (A.O. / IRCCS Arcispedale S. Maria Nuova - Reggio Emilia Coordinatore B3 Action Group Integrated Care)

Vi è la previsione attuariale che nel 2050 quasi il 35 % della popolazione europea avrà più di 60 anni, mettendo a rischio la sostenibilità futura dei sistemi previdenziali e sanitari per i costi crescenti delle patologie croniche e tumorali. In tale prospettiva è importante studiare ed introdurre modifiche sostanziali degli stili di vita, dei luoghi di lavoro e di vita, degli attuali modelli organizzativi assistenziali, i quali dovranno poter contare anche sul contributo partecipativo degli stessi pazienti, dei loro familiari, delle associazioni di volontariato e sull'innovazione tecnologica. La Commissione Europea perciò ha istituito, fra gli altri, il Progetto “European Innovation Partnership on Active and Healthy Ageing” (EIP on AHA)* - attivato nel 2012 e votato ad implementare in EU buone pratiche e strategie finalizzate, tramite un approccio multidisciplinare ed olistico, al guadagno di due anni di buona salute nella popolazione anziana, specie in quella affetta da malattie croniche ma non solo, per ridurre le ospedalizzazioni evitabili / non necessarie, attraverso il miglioramento dell'efficienza dei sistemi sanitari nazionali e regionali europei oltrepassando la odierna frammentazione dell'assistenza alla popolazione in sistemi sanitari e sociali, i quali, secondo la Commissione europea, vanno invece integrati il più possibile con modalità d'approccio multidisciplinari.

Programmi innovativi
Tale progetto si propone di sviluppare, entro il 2015, programmi innovativi di gestione integrata delle patologie croniche almeno per il 10% della popolazione europea “target” in almeno 50 regioni e di sviluppare programmi di cura integrata per la popolazione anziana, supportati da strumenti operativi e servizi, di concezione innovativa, in almeno 20 regioni europee. Il Progetto EIP on AHA si propone di aiutare a raggiungere questi obiettivi assistendo le regioni e le varie organizzazioni dispensatrici di assistenza nell'affrontare le sfide chiave per implementare i loro programmi votati alla realizzazione dei progetti per l'invecchiamento sano ed attivo.
A questo progetto EU hanno aderito, finora, 3000 partners, fra singole Regioni, enti, associazioni, imprese, università, organizzazioni non profit, associazioni di pazienti, etc., da 19 Paesi EU. 300 di queste organizzazioni stanno formando consorzi di collaborazione su progetti, anche partecipando alle calls del programma EU Horizon 2020.
L'Italia partecipa con sei Regioni: Liguria, Emilia-Romagna, Campania, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Puglia.
Il Progetto EIP on AHA si fonda su 4 pilastri:
A- Prevenzione, Screening e Diagnosi Precoce
B- Cura e Assistenza
C- Invecchiamento Attivo e Vita indipendente.
D- Città ed ambienti “age-friendly”.
a loro volta composti da 3 Gruppi di Azione per ciascun pilastro:
A1.Cultura sanitaria, empowerment dei paziente, aspetti etici, aderenza alle prescrizioni sanitarie.
A2. Gestione personale della propria salute e prevenzione delle cadute.
A3. Prevenzione e diagnosi precoce del declino funzionale e della fragilità.
B1. Protocolli e programmi educativi per gli operatori sanitari (gestione globale dei casi e della multimorbidità, aspetti legati alla poli-terapia farmacologica, fragilità, monitoraggio remoto)
B2. Ricerca e sviluppo orientati alla gestione della multimorbidità.
B3. Capacità di costruzione e di replicabilità di sistemi di cure integrate di successo, incluse le possibilità fornite dall'ICT, quali i sistemi di monitoraggio remoto.
C1. Assistenza quotidiana alle persone con declino cognitivo.
C2. Soluzioni aperte e personalizzate per prolungare nel tempo una vita attiva ed indipendente.
C3. Strategie innovative per migliorare l'inclusione sociale delle persone anziane.

Le aree di azione su temi specifici
Ognuno di questi Gruppi di azione è poi a sua volta formato da Aree di Azione che lavorano su temi ancora più specifici.
In particolare, l'Action Group B3 – Integrated Care for Chronic Conditions – cui finora hanno aderito più di 150 istituzioni, è composto dalle seguenti 9 Aree di Azione:
1- Organisational Models
2- Change Management
3- Workforce Development, Education and Training
4- Risk Stratification
5- Care Pathways
6- Patient Empowerment
7- Electronic Care Records / ICT/Teleservices
8- Finance, Funding and Procurement
9- Communication and Dissemination.
Il modello operativo comune a tutti gli Action Groups è basato su di un percorso in 5 fasi:
Step 1 - Building a database of good practices
Step 2 - Assessment of viability of good practices for scaling up
Step 3 - Classification of good practices for replication
Step 4 - Facilitating partnerships for scaling up
Step 5 - Implementation - Key success factors and lessons learnt
Il 5° e ultimo step stabilisce uno schema per la creazione di una strategia individuale finalizzata allo sviluppo dei processi organizzativi per fornire una serie di esempi pratici su come le varie fasi di attuazione hanno avuto esito positivo in altre entità aderenti al partenariato in questo progetto suggerendo i tre seguenti processi operativi:
1. Planning the innovative service and setting up a system for change
2. Organisational process and design choices
3. Monitoring, evaluation and dissemination.
Il raggiungimento di questi obiettivi EU, mediante processi di innovazione nelle modalità di prevenzione e diagnosi precoce, innovazione nelle modalità di cura ed assistenza, innovazioni per una vita attiva ed indipendente, costituirà una tripla vincita per il “sistema europa”: salute e qualità di vita, sistemi sanitari sostenibili in quanto efficienti, crescita/espansione dell'industria europea focalizzata sui prodotti e processi per la terza età (silver economy).

Le best practice raccolte
Finora sono state raccolte 316 buone pratiche socio assistenziali, di cui 71 di assistenza integrata basate su aspetti innovativi rispetto all'usuale, a vari stati di diffusione territoriale.
L'Italia, nel campo delle buone pratiche presentate e tabellate, è seconda solo alla Spagna, con ben 56 buone pratiche socio-sanitarie.
Il 50% delle buone prassi, nell'ambito del Gruppo d'Azione B3 (Integrated care), è risultato rivolto verso una o più malattie croniche (malattie cardiovascolari, la BPCO, diabete, ecc) anche nell'ambito di numerosi esempi di programmi regionali completi per la cronicità. Sono stati evidenziati diversi aspetti relativi a modelli assistenziali ed assicurativi, sicurezza sociale, alloggio, vita indipendente, volontariato, impatto sulla competitività industriale, innovazione nelle tecnologie, fornitura di servizi, organizzazioni centrate sul paziente nonché attenzione sullo stato di attuazione.
L'azione di scouting e classificazione delle buone pratiche finora inviate dalle Regioni Europee – ha prodotto una diffusa consapevolezza – almeno fra i partecipanti al Progetto - di quali e quante strategie innovative, nei vari campi oggetto dell'interesse del Progetto EIP on AHA, siano state implementate e sperimentate nelle varie Regioni, su coorti dimensionalmente anche molto differenti fra loro, ma con ottimi risultati sui principali indicatori utili (risparmi di spesa sociale e sanitaria, gradimento da parte degli utenti, riduzione delle disuguaglianze di accesso all'assistenza), desumendo perciò la opportunità / necessità di un approfondimento dello scambio e conoscenza di tali “buone pratiche” da parte dei programmatori e gestori della sanità pubblica regionale (”matchmaking” delle regioni) e nazionale in EU, con l'ausilio di strumenti atti ad analizzare lo stato di maturità (Maturity Matrix) dei modelli presentati. Lo sviluppo di matrici di maturità, infatti, risponde all'esigenza di acquisire informazioni per consentire di trasferire – con metodologie, standards ed indicatori omogenei di livello europeo - una buona pratica, o elementi da varie buone pratiche, in ambienti culturali ed organizzativi differenti da quelli ove tali pratiche hanno preso forma e, nel prossimo futuro, consentire di inserire questi strumenti di valutazione degli stati di avanzamento, fattori di forza o debolezza, in una “cassetta degli attrezzi” a supporto del percorso di adozione e sviluppo di politiche di assistenza integrata.

L’assistenza integrata
Tre aree di azione (AA) del gruppo d' azione B3 azione sulla assistenza integrata hanno sviluppato diversi modelli di maturità per valutare tipo / livello di integrazione delle esperienze in essere: a livello di sistema, territorio, ICT, professionale, integrazione finanziaria (AA1 : modelli organizzativi), la disponibilità delle regioni per il cambiamento culturale ed organizzativo (AA2: Change Management), nonché lo sviluppo e l'adozione di programmi di eHealth e teleservizi integrati in programmi innovativi di assistenza e (AA7. ICT / Teleservices). Detto ciò, vi è un grande potenziale per allineare il lavoro delle differenti AA per produrre un documento di analisi/proposta sulla maturità delle buone pratiche e programmi, comune a tutto l'Action Group B3 e si sta lavorando in tal senso. L'obiettivo principale è quello di sviluppare strumenti di autovalutazione / toolkit che possa fornire una misurazione oggettiva, mettere a fuoco le lacune, ma anche le aree di miglioramento, fornisca consigli e metodologia su come migliorare ed indicatori, il tutto basato sia sulla letteratura esistente sia sulla base delle attuali evidenze / esperienze presenti in forma di buone pratiche nel gruppo d'azione B3.
Servizi Sanitari e Sociali attivamente sempre più orientati verso strategie che consentano sia di allungare il periodo sano e attivo della vita da un lato, sia una sempre più spinta domiciliarizzazione dell'assistenza sanitaria anche mediata da una maggior integrazione fra ospedale e territorio, non possono prescindere dallo sviluppo di sistemi organizzativi innovativi che operino: 1- più efficacemente in tempo utile sul piano della prevenzione - nell'assunto che il mantenimento di una vita sana, attiva e possibilmente indipendente è spesso il frutto di corretti stili di vita che iniziano dall'infanzia, 2- su piani culturali / informativi per favorire diagnosi e trattamenti sanitari precoci con auspicabile pieno recupero di salute, 3- implementando, oltre a strutture medico-infermieristiche territoriali tradizionali, processi di acculturazione per responsabilizzare le persone anziane, specie se affette da una o più malattie croniche - e loro caregivers - nella gestione del proprio stato di benessere e salute al domicilio, anche mediante le possibilità offerte da gruppi di mutuo appoggio coadiuvati da pazienti “esperti”, nonchè dal controllo remoto con tele-medicina (per i pazienti più instabili clinicamente o più svantaggiati sul piano logistico o dell'ambiente familiare), costruendo l'ospedale al domicilio o comunque l'ambulatorio specialistico virtuale, 4- fornendo consulenza tecnica e gli ausili per modificare gli ambienti di vita a misura delle esigenze della terza età.

L’importanza della prevenzione
Relativamente agli aspetti di prevenzione, ad esempio, l'Area 5 (Integrated Care Pathways) del Gruppo d'Azione B3, ha prodotto il position paper “Integrated care pathways for airway diseases (AIRWAYS ICPs)” nella convinzione che la prevenzione della BPCO ed Asma nell'adulto ed anziano debba iniziare già nella giovinezza. E già nel futuro prossimo compariranno “app” per consentire ai pazienti asmatici di derivare importanti informazioni sulla concentrazione pollinica nelle varie regioni europee, di verificare il proprio stato di broncoostruzione permettendo di adattare la terapia broncodilatatrice, nonché di trasmettere queste rilevazioni a data base centralizzati, utili per una possibile ed auspicabile mappatura della patologia a livello regionale, nazionale e sovranazionale.
Per quanto attiene, invece, l'Area 7 (ICT / Teleservices) del G. di A. B3, è stata prodotta – ad esempio - sia una matrice di analisi di alcune buone pratiche, finalizzata a scoprire i punti di forza e di debolezza, al fine di derivarne indicatori utili per costruire il successivo strumento di analisi generale della maturità dei singoli progetti specifici, sia un position paper sui fattori di forza e debolezza per lo sviluppo della Telemedicina inserito nei documenti di lavoro di Momentum (European Momentum for Mainstreaming Telemedicine Deployment in Daily Practice) e presentato anche alla eHealth Forum – Atene, 2014, nonché il documento “Services for Integrated care and chronic disease management” che misura gli aspetti di integrazione organizzativa verticali ed orizzontali dei servizi che sono necessari per sostenere la fornitura di assistenza sanitaria e sociale integrata.


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