Medicina e ricerca

Alcol e gravidanza: il 65% delle donne è informata dei rischi ma una su tre non sospende il consumo

di Er.Di.

Appena scoprono di aspettare un bambino avvisano il compagno o marito (92% delle donne intervistate), eppure in sala parto non sempre lo vogliono al fianco (un terzo preferisce rimanere da sola). Quando hanno un dubbio chiedono al ginecologo o al medico di fiducia, ma non disdegnano “forum specializzati” o “blog di mamme”. In 7 casi su 10 hanno avuto almeno una paura legata alla salute del feto, ma pur di salvaguardarlo fanno rinunce su cibo e bevande alcoliche. Eppure, a volte non sanno cosa sia necessario evitare o meno. Secondo un sondaggio condotto dalla Doxa per AssoBirra (Associazione nazionale dei produttori della birra e malto), che ha intervistato oltre 800 donne tra i 18 e i 44 anni (412 donne incinta e/o con figli piccoli e 425 a donne senza figli), il 65% delle donne che ha avuto un figlio sa che in quei mesi non bisogna assumere alcol, anche se molte di loro non smettono del tutto (1 su 3 fra le consumatrici non sospende il consumo di bevande alcoliche) o non conoscono bene i limiti di rischio (per il 67% non è rischiosa una assunzione saltuaria di bevande alcoliche).

Se aspetti un bambino l’alcol può attendere
La consapevolezza sui rischi legati al consumo di alcol in gravidanza è aumentata, dunque, ma ci sono ancora margini di miglioramento. Per questo AssoBirra e Sigo, la Società italiana di ginecologia e ostetricia, lanciano la terza edizione della campagna “Se aspetti un bambino, l'alcol può attendere”, con un nuovo sito internet ( www.seaspettiunbambino.it ), con l'attrice Francesca Cavallin come testimonial, e il segreatario Sigo Enrico Vizza (Direttore Uoc di Ginecologia Oncologica del Dipartimento di Chirurgia Oncologica dell’Istituto Nazionale “Regina Elena”), per rispondere a dubbi e interrogativi sul sito al www.alfemminile.it .

Il commento di AssoBirra
«La ricerca Doxa - ha detto Alberto Frausin, presidente AssoBirra - ci ha mostrato che, tra le consumatrici, 1 su 3 ha solamente “ridotto il consumo”, invece di interromperlo del tutto. Quindi parliamo di donne che adottano un comportamento sbagliato in un momento particolare della loro vita. È anche per questo che siamo consapevoli che serve continuare ad informare e sensibilizzare sul tema, senza demonizzare il consumo di alcol, ma informando in maniera corretta le donne che aspettano un bambino».

Le «paure» delle donne incinta nel sondaggio Doxa
Secondo il sondaggio Doxa tra le paure più frequenti che colpiscono le donne in gravidanza c'è sicuramente il timore che “il bambino possa non essere sano” (54%), segue poi la paura per il “dolore del parto” (8%) e quella di “perdere il bambino” (7%). Come detto, nonostante le paure delle neo-mamme circa la salute dei figli, 1 consumatrice su 3 non smette di assumere bevande alcoliche. Anche nei restanti 2/3 , però, non sempre viene adottato il comportamento migliore: rimane infatti una parte di consumatrici che smette di bere solo “quando ha saputo di essere in attesa” e non “quando ha iniziato a provare ad avere un figlio”.

Per la Società italiana di ginecologia e ostetricia serve prevenzione
Insomma, i rischi legati al consumo di alcol in gravidanza costituiscono un argomento delicato e non del tutto noto. “Oggi la scienza non ha individuato ancora il livello di consumo di alcol al di sotto del quale si può bere senza rischi quando si aspetta un figlio - ha sottolineato Paolo Scollo, presidente di Sigo -. Rispetto al passato, c'è una maggiore consapevolezza da parte delle donne sui comportamenti che possono portare a patologie fetali legate al consumo di alcolici in gravidanza, ma siamo convinti che molto può essere ancora fatto per sensibilizzare sul tema. Oggi più che mai siamo certi che sia fondamentale diffondere il più possibile informazioni sui comportamenti corretti da tenere in gravidanza, ed è per questo che Sigo ha deciso di essere di nuovo al fianco di AssoBirra in questa campagna». Ancora oggi, infatti, nel 68% dei casi è il ginecologo/medico di fiducia la persona a cui si rivolgono le donne per avere informazioni sulla gravidanza, il 13% lo fa sui blog per mamme e un altro 13% sui forum specializzati.

«l problema delle “quantità” di alcol assunto in gravidanza – ha proseguito Scollo – è un altro punto che necessita un chiarimento. Il 59% del campione associa ad almeno un bicchiere al giorno la frequenza di consumo di alcol alla quale è associato il rischio di malformazioni o di aborto e l'8% ritiene che il limite da non superare sia di una-due volte a settimana, mostrando una conoscenza parziale o scarsa dell’argomento. Quindi, in termini di informazione appare evidente l'esigenza di proseguire sulla strada fin qui intrapresa”.


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