Medicina e ricerca

Il protocollo InterRAI occasione tutta da cogliere per la valutazione dell’anziano

di Roberto Bernabei (presidente di Italia Longeva, Direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell'Università Cattolica di Roma)

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24 Esclusivo per Sanità24

In Italia, ancora oggi, si registra una pluralità di strumenti di valutazione degli anziani assistiti a domicilio o nelle tante residenze sanitarie. Metodi differenti, messi in campo nei diversi contesti regionali e spesso individuati di volta in volta, senza alcuna validazione e a prescindere da qualunque sistema a rete, che consenta un confronto e un interscambio di evidenze e “best practice”.
Come dire che nella presa in carico dell'anziano non viene utilizzata alcuna “check list” uguale per tutti. Non è diffusa, cioè, una lista di domande e di controlli necessari, individuati e validati a livello centrale. Eppure un simile protocollo esiste, ed è stato messo a punto da un gruppo internazionale di oltre 100 ricercatori, provenienti da 40 Paesi, che lo ha individuato e sistematizzato a partire dalla metà degli anni 80. Proprio per la sua origine – risalente nel tempo, nobile, dal punto di vista scientifico, e internazionale – ai fini della valutazione dell'anziano il protocollo interRAI è caratterizzato da un valore aggiunto, da una strutturazione e da una completezza che lo rendono uno strumento rivoluzionario, un'innovazione paragonabile a quella apportata dalla risonanza in radiologia. Purtroppo, però, questi strumenti di valutazione multidimensionale sono ancora poco conosciuti e per questo sottoutilizzati nei diversi contesti sanitari italiani.

Per accendere i riflettori su questo prezioso ausilio, e per analizzarne vantaggi e potenzialità in un dialogo aperto e costruttivo, Italia Longeva ha riunito, presso l'Auditorium Biagio d'Alba del Ministero della Salute, a Roma, i principali esperti e decision maker che operano nei principali snodi del nostro servizio sanitario.
All'esito di questo confronto, vale la pena chiarire anzitutto che cosa sono, di preciso, gli strumenti interRAI: in sostanza si tratta di un protocollo di valutazione globale, basato sulla corretta e capillare registrazione dello stato funzionale e delle vaste problematiche assistenziali dell'anziano a domicilio o presso una residenza sanitaria. I 300 item dei quali consta la “check-list” – in sostanza un lungo questionario, completo e ragionato – vanno somministrati all'atto dell'accettazione, o comunque all'inizio del percorso di cura: questa è la strategia efficace per la successiva formulazione di un piano di assistenza pragmatico, secondo la filosofia del “problem solving”. Quando molti pazienti, anche in Italia, saranno valutati con questo strumento, saremo in possesso di un potente database, confrontabile con analoghe valutazioni effettuate in tutto il mondo e in grado di offrire anche al nostro Servizio sanitario una fotografia sempre aggiornata sulle caratteristiche e i problemi principali della popolazione anziana presa in carico. E soprattutto sui risultati del trattamento!

Oggi inoltre, grazie alle nuove tecnologie, questo complesso di domande e controlli è racchiuso in software capaci di offrire un ausilio imprescindibile alle RSA e ai percorsi di assistenza domiciliare. Accenno solo a uno di questi vantaggi, che va al di là del valore intrinseco al monitoraggio: le risposte fornite nella check list degli strumenti interRAI, una volta ‘caricati' sul software dedicato, vengono analizzati e controllati dal sistema informatico, attraverso un'azione di cross checking alla quale corrispondono una serie di alert, in grado di prevenire ed evitare, ad esempio, dimenticanze, mancati approfondimenti o veri e propri errori terapeutici”.

Ad oggi, solo Lombardia, Umbria, Lazio e Marche stanno utilizzando o implementando gli indicatori interRAI. Durante il convegno, alcune realtà rappresentative del nostro Paese hanno esposto la propria peculiare esperienza – diversi modelli applicativi e diversi approfondimenti, dall'identificazione precoce del bisogno alla gestione del percorso di cura in funzione dell'evoluzione della malattia – mostrando come l'approccio fondato su un efficace modello di valutazione multidimensionale abbia portato miglioramenti consistenti: nella gestione dei percorsi di cura per le persone assistite, nella gestione e scambio delle informazioni, nell'organizzazione, nella motivazione del personale, nell'omogeneità e perequazione dei servizi erogati e nell'uso delle risorse, per conseguire infine un consistente miglioramento della qualità della vita e delle condizioni di salute nel proprio contesto operativo. Per questo abbiamo trovato utile coinvolgere anche tutte le altre Regioni ed entrare in dialogo con i diversi decisori: per spiegare al meglio i benefici di questo modo di lavorare e quindi promuoverne la diffusione.

Il convegno al ninistero della Salute è stato il primo appuntamento in cui operatori dell'assistenza agli anziani, dirigenti sanitari e delle Asl e policy maker hanno avuto l'opportunità di confrontarsi sulla tematica della “long-term care”, l'assistenza a lungo termine tipica di una popolazione, come quella italiana, nella quale sta aumentando la percentuale di over-65 e nella quale la speranza di vita e la vita media si allungano ogni anno. Italia Longeva offre così un riferimento, che diventerà annuale, per il complesso mondo della sanità residenziale e della domiciliarità, che sempre più si propongono come protagonisti dell'assistenza, nel Paese più vecchio del mondo.


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