Medicina e ricerca

Lotta all’obesità: a Bergamo un progetto di “rinascita” lungo un anno

di Alessandro Giovanelli (chirurgo bariatrico, responsabile Inco - Istituto Clinico S. Ambrogio di Milano)

Quando si tratta di alimentazione non si può quindi prescindere dal parlare degli errori nutrizionali che ogni giorno commettiamo, più o meno consapevolmente, che compromettono la nostra salute e si ripercuotono visibilmente sul nostro corpo.
L'Istituto nazionale per la chirurgia dell'obesità (Inco), con il supporto del Gruppo Ospedaliero San Donato, ha raccolto la sfida e ha avviato uno studio epidemiologico che coinvolgerà i pazienti attraverso un approccio multidisciplinare. Il team di Inco cercherà di favorire la corretta informazione sull'incidenza, la diagnosi, l'eziologia e la terapia dell'obesità, per verificare come sia possibile raggiungere in modo stabile uno stato di salute ottimale.

Un cammino di un anno

I pazienti, selezionati a Bergamo nel corso dell'appuntamento con l'Obesity Day 2015, che si è svoltoil 10 ottobre, stanno beneficiando di un percorso di cura personalizzato lungo un anno, definito in base al grado di obesità, per controllare la malattia e le problematiche cliniche ad essa correlate. I pazienti saranno inoltre monitorati per verificare i miglioramenti e le difficoltà riscontrate. Il campione gioverà gratuitamente di trattamenti medici o chirurgici riconosciuti e consolidati nell'ambito della scienza dell'alimentazione e della chirurgia bariatrica, per un intero anno i pazienti verranno sottoposti a queste terapie e in parallelo verranno raccolti i dati sull'evoluzione del peso e del loro stato di salute. Verranno misurati i dati antropometrici, i segnali vitali, la valutazione dello stato oggettivo e soggettivo dei pazienti. Il team che scenderà in campo è infatti composto da tutte le professionalità utili al cambiamento: dietisti, nutrizionisti, psicologici, chirurghi bariatrici e chirurghi plastici.

40 pazienti: 28 sono donne

Per poter accedere allo studio longitudinale prospettico era necessario possedere precise caratteristiche, ben definite e riconosciute dalle società scientifiche: età compresa tra i 18 e i 60 anni, BMI superiore a 35, assenza di malattie primitive causa di obesità, assenza di malattie psichiatriche gravi, presenza di comorbilità.
Al termine della selezione il campione reclutato si compone di 40 persone, con una netta superiorità femminile: 28 donne a fronte di 12 uomini. L'età media è intorno ai 38, dove il più giovane ne ha 19 e il più anziano 57. Siamo in presenza di un BMI medio pari a 41,3 e ad un peso medio pari a 125,7 kg (peso minimo 96 kg – peso massimo157kg).
Verosimilmente solo la metà del campione seguirà un percorso chirurgico, mentre per le altre 20 persone l'approccio iniziale sarà di tipo medico conservativo.
La prevalenza femminile non è casuale, infatti le donne sono tendenzialmente più sensibili al problema e accettano con maggiore difficoltà la loro fisicità a livello personale e sociale.
In occasione dell'Obesity Day del prossimo anno, presenteremo i dati di questa ricerca clinica per confermare o meno l'efficacia dell'approccio in un reale setting clinico.
Abbiamo scelto, per sviluppare questo progetto, di individuare una comunità medio-grande, nel nostro specifico caso la città di Bergamo, che è si è dimostrata particolarmente ricettiva e dove il Gruppo Ospedaliero San Donato è radicato, per intraprendere un esperimento che mi auguro possa essere l'occasione per dimostrare come la comunità abbia un ruolo importante nella partita dell'obesità: è una malattia curabile e controllabile, se uniamo le forze e mettiamo la prevenzione e la cura dell'obesità tra le nostre priorità comuni possiamo vincerla e fornire un modello per le città e per le famiglie dal quale prendere spunto per un cambiamento sociale. Expo 2015 a Milano ha permesso di puntare i riflettori sul tema dell'alimentazione corretta e bilanciata che è alla base del nostro benessere fisico e mentale. Infatti non è mai inutile ricordare che nel nostro Paese il 10% della popolazione è obesa e il 40% in sovrappeso. Dati destinati crescere: secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, entro 15 anni, le donne italiane sovrappeso saranno una su due e gli uomini il 70%, mentre l'obesità raggiungerà il 15% tra le donne e il 20% tra gli uomini (fonte: Easo Milan Declaration).
Possiamo quindi definire l'obesità come una vera e propria epidemia di fronte alla quale non è più possibile attendere, ma è necessario agire, riconoscendo l'obesità come una malattia e affrontandola come tale.


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