Medicina e ricerca

Il corpo come laboratorio che produce da sé i pezzi di ricambio

di Valerio Cervelli (presidente del Congresso di Chirurgia plastica rigenerativa e direttore della cattedra di Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”)

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24 Esclusivo per Sanità24

Dal 10 al 12 dicembre 2015 alcuni tra i massimi esperti italiani ed internazionali si riuniscono a Roma per il Settimo Congresso Internazionale di Chirurgia Plastica Rigenerativa – Seventh International Conference Regenerative Surgery, per illustrare tutte le novità relative alla chirurgia rigenerativa e all'utilizzo di cellule staminali e fattori di crescita nella chirurgia plastica, sia in ambito ricostruttivo che estetico.
La novità principale rappresentata da questa nuova chirurgia risiede nel fatto che il tessuto adiposo del nostro corpo diventa una risorsa da cui poter estrarre le cellule staminali adulte utilizzate per rigenerare i tessuti. Lo scopo, infatti, è quello di restituire funzione e integrità a tessuti danneggiati, attraverso l'impiego di quello che il nostro corpo produce.
Attraverso una semplice liposuzione è possibile prelevare il tessuto adiposo, che, attraverso un processo di filtrazione meccanica, consentirà di avere le cellule necessarie alla rigenerazione dei tessuti.
Tre sono gli elementi fondamentali utilizzati nella Chirurgia Rigenerativa: le cellule staminali ottenute dal tessuto adiposo e da altri tessuti, i biomateriali sintetici (scaffold), e i fattori di crescita contenuti nelle piastrine. Sia le cellule staminali che le piastrine vengono prelevate dallo stesso paziente, attraverso un'autodonazione di tessuto adiposo e di sangue.

Nel corso degli ultimi sei anni, fin dalla prima edizione del Congresso Internazionale di Chirurgia Rigenerativa tutto il mondo della medicina ha visto un crescente interesse nelle potenzialità di questa disciplina. Questa infatti ha una portata davvero rivoluzionaria, non solo dal punto di vista strettamente medico, ma anche sociale. Ad essere stravolto è il concetto contemporaneo di magrezza, lo stereotipo che porta avanti una guerra senza esclusione di colpi nei confronti del grasso che oggi, invece, non solo viene rivalutato, ma conservato come bene prezioso. Il tessuto adiposo del nostro corpo diventa così una fonte di bellezza e salute. I chili di troppo non vengono visti solo come un problema estetico, ma come una risorsa da cui poter estrarre le cellule staminali adulte utilizzate per rigenerare i tessuti, con lo scopo di restituire funzione e integrità a tessuti danneggiati. Il ruolo del tessuto adiposo non è più quello di banale riempimento corporeo, ma è un organo endocrino e rigenerativo in senso lato.
Il progressivo incremento dei traumi registrato negli ultimi anni con le conseguenze che da essi derivano, l’invecchiamento della popolazione e le sempre più frequenti patologie ad esso correlate, stanno portando sempre più allo sviluppo di metodiche mirate alla rigenerazione di tessuti ed organi come possibile alternativa alla loro terapia o sostituzione.
Grazie inoltre all'entusiasmo dei nostri giovani ricercatori, che impiegano tutta la loro inventiva e le loro conoscenze nella ricerca e nello studio delle cellule staminali, l’Italia riesce ad essere non solo competitiva, ma all'avanguardia in questo campo, nonostante le scarse risorse economiche e le problematiche burocratiche che ostacolano talvolta la nostra sete di conoscenza, ma anche per la possibilità di curare pazienti in maniera moderna e sicuramente più rapida, consentendo, tra le altre cose, una restituzione al mondo del lavoro più veloce e più completa, con indubbio vantaggio anche dal punto di vista del risparmio della spesa pubblica.
Tra le applicazioni della chirurgia rigenerativa più utilizzate troviamo: la chirurgia estetica del volto senza utilizzo del bisturi, ma con l'impianto di cellule staminali e fattori di crescita, il trattamento della calvizie e dell'alopecia, il trattamento di ulcere e ferite complesse (che rappresentano il 5% della spesa sanitaria nazionale), l'aumento del seno con o senza inserimento delle protesi, e molte altre.

La nascita internazionale della Medicina rigenerativa risale al 2 novembre 2004 quando il governo federale americano approvò, con la risoluzione 71, il finanziamento del California Institute of Regenerative Medicine, attribuendogli fondi statali per 3 miliardi di dollari in 10 anni (la stessa quantità che fu utilizzata per lo Human Genoma Project).
Oggi sono tutti concordi nel definire la Medicina e la Chirurgia Rigenerativa come settori interdisciplinari di ricerche ed applicazioni cliniche focalizzate prevalentemente sul tentativo di riparare, sostituire e/o rigenerare cellule, tessuti e/o organi al fine di ripristinare alcune funzioni perdute per cause diverse come difetti congeniti, malattie, traumi ed invecchiamento. Questa disciplina impiega una combinazione di numerosi approcci tecnologici, spesso convergenti, sia già esistenti che recentemente messi a punto.
Questo pone la Medicina e la Chirurgia Rigenerativa un passo più avanti rispetto ai tradizionali trapianti d'organo o alle tradizionali terapie medianti organi artificiali. Questi nuovi approcci terapeutici spesso si limitano a stimolare e sostenere le capacità proprie di guarigione dell'organismo umano e possono includere l'uso di molecole solubili, terapie geniche, terapie basate sull'uso di cellule staminali e/o progenitrici, ingegneria tissutale e riprogrammazione cellulare e/o tissutale.


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