Medicina e ricerca

Epatite C, si apre in India il caso sul brevetto del farmaco sofosbuvir della Gilead

di Medici senza Frontiere

L'ufficio dei brevetti indiano inizia oggi le udienze per stabilire se l'azienda farmaceutica statunitense Gilead Sciences abbia diritto al brevetto per il sofosbuvir, un farmaco per l'Epatite C che attualmente negli Stati Uniti costa 1.000 dollari a pillola. Questo procedimento potrebbe avere serie ripercussioni per milioni di persone in attesa di farmaci salvavita a prezzi accessibili contro la malattia.
Le udienze che si svolgono oggi riguardano un'opposizione al brevetto depositata dagli avvocati della Initiative for Medicines, Access & Knowledge (I-MAK) a novembre 2013, insieme al Delhi Network of Positive People (DNP+). Nell'opposizione si sostiene che il sofosbuvir non è scientificamente innovativo e pertanto non richiede la necessità di ottenere un brevetto in India. Medici Senza Frontiere (MSF), che fa affidamento ai farmaci generici per le sue attività mediche di tutto il mondo, sostiene questo sforzo per rendere il sofosbuvir producibile in via generica.
Richieste di brevetto per il sofosbuvir sono state respinte in Egitto, Cina e Ucraina e altre opposizioni al brevetto sono state depositate in Argentina, Brasile, Russia, Thailandia e Unione Europea.
Persone che convivono con l'Epatite C e l'HIV si sono radunate fuori dall'ufficio del brevetti a Delhi per esortare i funzionari a non concedere alla cieca e rapidamente i brevetti alle multinazionali del farmaco. Il governo indiano è messo sotto forte pressione dalle aziende e dal governo americano affinché indebolisca l'efficacia delle politiche sui brevetti e li conceda più facilmente.

«La Gilead fissa prezzi esorbitanti in molti paesi e usa i brevetti per impedire alle persone in altri paesi di acquistare versioni più economiche – ancorché dalla stessa efficacia – di questi farmaci», dichiara Loon Gangte, del DNP +. «Sembra di essere tornati ai tempi delle prime lotte per i trattamenti per l'HIV, quando si viveva o si moriva in base a dove si abitava».
La Gilead ha messo sul mercato statunitense il sofosbuvir alla fine del 2013 al prezzo di 1.000 dollari a pillola (84.000 dollari per un trattamento di 12 settimane) e ha fissato prezzi altrettanto elevati nei paesi sviluppati. L'azienda ha stipulato accordi di licenza con diversi produttori in India che hanno sviluppato e stanno iniziando a commercializzare delle versioni generiche, ma gli accordi escludono una serie di Paesi a medio reddito con elevati tassi di Epatite C. Questo lascia circa 49 milioni di persone in questi paesi – ovvero più del 40% di tutte le persone affette da epatite C nel mondo – senza accesso a questo farmaco.

«La Gilead vuole far credere al mondo che i suoi accordi di licenza abbiano risolto il problema dell'accesso globale a questo farmaco ma oggi paesi come Thailandia, Malesia e Brasile devono pagare alla multinazionale migliaia di dollari per il sofosbuvir quando le versioni generiche indiane sono ormai disponibili ad appena 335 dollari per un trattamento di 12 settimane», spiega Tahir Amin, avvocato e co-fondatore di I-MAK. «Questi accordi di licenza permettono alla Gilead di controllare i propri concorrenti in India e sono un tentativo di convincere l'ufficio brevetti che meritano un brevetto per una formulazione che si basa su dati scientifici obsoleti».

Si stima che 150 milioni di persone nel mondo siano affette dal virus dell'epatite C, e che 700.000 muoiano a causa della malattia ogni anno. Se non trattata, può causare cirrosi epatica e cancro. I vecchi trattamenti riuscivano a curare solo la metà delle persone e potevano causare effetti collaterali intollerabili. Il sofosbuvir e altri “antivirali ad azione diretta” oggi permettono di curare le persone in 12/24 settimane. Ma a causa del prezzo, alle persone sia nei paesi ricchi sia in quelli poveri viene negato il trattamento.
«La Gilead si giustifica affermando che il prezzo del farmaco è dato dal valore che fornisce, ma una cura che quasi nessuno può permettersi è inutile», dichiara Isabelle Andrieux-Meyer, esperta di Epatiti virali per MSF. «Abbiamo iniziato a trattare persone affette da Epatite C in diversi paesi, e vogliamo farlo sempre di più, ma possiamo convincere i governi a investire sulle cure solo se queste sono disponibili a prezzi accessibili ovunque ve ne sia bisogno. I brevetti e gli accordi di licenza restrittivi non dovrebbero ostacolare gli sforzi dei paesi a medio reddito per fornire alle persone i trattamenti di cui hanno bisogno per rimanere in vita».

L’India viene chiamata la “farmacia dei paesi in via di sviluppo” perché produce molte versioni generiche a prezzi accessibili di farmaci brevettati altrove. Oltre l'80% dei farmaci antiretrovirali utilizzati nei paesi in via di sviluppo provengono dall'India, che è in grado di produrli perché la sua legge sui brevetti fissa standard elevati per i quali i farmaci meritano o meno un brevetto, consentendo ai produttori di generici di competere sul mercato e abbassare i prezzi.


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