Medicina e ricerca

Lotta al dolore, così Piacenza cura il malato e non solo il tumore

di Luigi Cavanna (direttore Dip. Oncologia Ematologia, Uoc di Oncologia, Asl Piacenza)

Nella cura dei pazienti oncologici è importante prestare attenzione anche alla gestione dei sintomi, in particolare il dolore, presente in oltre il 60% dei casi di neoplasia avanzata, arrivando a punte di oltre il 90 per cento. Uno studio recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista americana “Journal of clinical oncology”, a cui ha partecipato anche l’Unità operativa di Oncologia dell’Azienda sanitaria di Piacenza, ha evidenziato che in pazienti con tumore e dolore moderato la morfina a basse dosi dà risultati migliori rispetto agli oppiacei leggeri e consente una buona tollerabilità

Il lavoro messo a punto dalla Uo di Oncologia rappresenta un esempio virtuoso sul territorio nazionale, vantando una fervida attività di ricerca scientifica, con diversi studi che stanno fornendo indicazioni utili per l’impiego dei farmaci analgesici, in particolare gli oppiacei, opzione terapeutica d’elezione in caso di sofferenza oncologica.

La qualità di vita dei malati oncologici è molto importante e ogni sforzo deve essere fatto per preservarla e migliorarla. A tale proposito, l’impegno dell’Unità operativa di Oncologia dell’Asl di Piacenza per ottimizzare l’assistenza ai pazienti non si concretizza solo nell’intensa attività di ricerca scientifica, ma anche in un assetto organizzativo particolarmente efficiente. La struttura ha infatti sviluppato una rete oncologica estesa in tutta la provincia: i medici si spostano presso gli altri tre ospedali del territorio (Fiorenzuola, Bobbio e Castelsangiovanni), garantendo continuità e coerenza nelle cure erogate a oltre 300 pazienti.

Preparazione antitumorali “in casa”. L’Uo è anche tra le poche a vantare la preparazione centralizzata dei farmaci antitumorali per l’intera provincia, assicurando equità e sicurezza agli assistiti, e questo è stato possibile grazie all’ottima collaborazione dei farmacisti.

Inoltre, la struttura è attualmente accreditata Esmo per quanto riguarda la continuità assistenziale: si è quindi dimostrata in grado di far fronte alla presa in carico complessiva del paziente, non solo al momento della somministrazione della cura, ma per tutto il decorso della malattia, gestendo al meglio tutte le complicanze, con una reperibilità continua degli oncologi, 24 ore su 24, per tutti i giorni dell’anno.

Un’ulteriore conferma, quindi, di quanto suggerito dalle linee guida Esmo e Aiom, che raccomandano di iniziare la cura del dolore cronico moderato-severo con bassi dosaggi di oppioidi forti, piuttosto che utilizzare oppioidi deboli: quest’ultimi, infatti, oltre una certa dose aumentano gli effetti collaterali, senza migliorare l’effetto analgesico. Un altro studio, che stiamo portando avanti in collaborazione con l’Istituto Mario Negri di Milano, sta valutando la variabilità della risposta analgesica al trattamento a base di ossicodone-naloxone nei soggetti con patologie oncologiche e dolore moderato-severo, allo scopo di fornire risposte e trattamenti più efficaci ai pazienti.

Da ricordare, infine, anche un recente articolo tedesco accettato sulla rivista “Current Medical Research&Opinion”, in cui è emerso che l’associazione ossicodone-naloxone è correlata a una migliore tollerabilità, con minor rischio di costipazione (effetto collaterale molto comune nell’utilizzo di oppiacei), rispetto all’uso sia di ossicodone da solo sia di morfina.

Gli studi pubblicati e attualmente in corso, con farmaci, presidi o nuove modalità organizzative, sono molto preziosi perché ci permettono una cura sempre più appropriata dei tanti pazienti che si affidano a noi.


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