Medicina e ricerca

Neuroscienze: sonno e sogni, il cervello dopo mezzanotte

di Giulio Maira (presidente Fondazione Atena Onlus, professore di Neurochirurgia)

Il sonno, con i sogni che lo accompagnano, è certamente uno tra gli aspetti più misteriosi e meno conosciuti delle Neuroscienze. Per Sigmund Freud i sogni sarebbero espressione di desideri inconsci; altri neuroscienziati (Tononi, Klein) vedono in essi una chiave importante per risolvere l'enigma della nostra coscienza.
Di fatto, ogni uomo passa un terzo della propria vita dormendo e il sogno costituisce un elemento fondamentale del suo ciclo del sonno; nel corso di una vita media, almeno sei anni li passiamo sognando. Eppure, con la luce del giorno, tutto ciò che accade mentre dormiamo svanisce o ne ricordiamo solo brevi frammenti.
La scienza ha studiato molti aspetti del funzionamento della nostra mente durante il sonno. Sappiamo che il cervello, diversamente dal corpo, di notte continua a lavorare. In alcuni laboratori si misura l'attività dei neuroni nel sonno e, come in un film di fantascienza, leggere i sogni di un soggetto direttamente dal suo cervello, e, sia pure con certe limitazioni, capire quali immagini egli veda.
Con l'elettroencefalografia (EEG), cioè quella metodica che ci serve per valutare l'attività dell'insieme dei neuroni cerebrale e che usiamo per studiare le cause di una cefalea, o di un decadimento cerebrale, o gli effetti di un trauma cranico, o per la ricerca di un'attività epilettica, possiamo studiare quali fenomeni si succedono nella nostra testa mentre dormiamo.
Sappiamo che l'attività di base di un cervello sano, in condizioni di veglia, a riposo, è caratterizzata da un ritmo relativamente veloce (8-10 cicli al secondo), poco ampio, abbastanza regolare. Quando ci addormentiamo le onde cerebrali rallentano e diventano sempre più ampie, con alti picchi e profondi avvallamenti. Questo progressivo rallentamento dell'attività cerebrale segue quattro fasi, che ci portano lentamente al sonno profondo, finché, all'improvviso, qualcosa scuote il cervello. Le onde lente si smorzano, il ritmo cerebrale ritorna ad accelerare come se ci stessimo svegliando, il battito cardiaco e la respirazione accelerano, e gli occhi all'improvviso cominciano a roteare. Entriamo nel sonno REM (Rapid Eyes Movements), così chiamato perché adesso gli occhi si muovono rapidamente. In questo momento avanzato della notte, in questa fase REM, i contenuti dei sogni diventano più ricchi e complessi, possiamo vedere immagini in movimento, crediamo di correre, ci arrampichiamo, voliamo, e, nel sogno, possiamo vedere anche noi stessi.
Questi cambiamenti di fase si succedono tante volte (quattro, sei, o anche di più), ma, mano a mano che ci addentriamo nella notte, e si avvicina il mattino, i periodi di sonno profondo diventano sempre più brevi mentre si allungano i periodi del sonno movimentato, del sonno REM, e i nostri sogni, proprio quelli che ci rimangono in mente al mattino, sono sempre più complessi.

Possiamo dire a ragione, che ogni notte, quando spegniamo la luce, la nostra mente ci conduce attraverso esperienze straordinariamente intense.
Tutto questo lavorio del cervello, con i sogni che ne sono parte importante, ha una funzione molto importante, quella di mettere ordine nelle esperienze che abbiamo vissuto durante il giorno, rimuovendo le cose di poco conto e fissando nella memoria a lungo termine i fatti importanti; durante i sogni REM la nostra mente confronta e integra questi fatti con le conoscenze già fissate nella nostra memoria, modificandole.
Il sonno è, quindi, molto più di un semplice momento di sosta. Mentre il corpo riposa, il cervello si rigenera, si ampliano le connessioni fra le cellule cerebrali, si consolidano i ricordi, si modifica la nostra personalità. Mentre dorme il cervello impara e, talvolta, stimola la nostra creatività.
Tra gli altri compiti che il cervello compie durante la notte c'è quello di eliminare i metaboliti prodotti dall'attività cerebrale della veglia: il sonno permette al cervello di fare le grandi pulizie.
Dormire bene è dunque indispensabile per la salute del cervello. Una ricerca dell'Università di Harvard ha dimostrato che un breve pisolino pomeridiano migliora la coordinazione motoria, e l'apprendimento, del 20%, mentre è dimostrato da una serie vastissima di studi, che la deprivazione di sonno diminuisce le prestazioni cerebrali e compromette la memoria.
Uno studio della West Virginia University indica che la maggioranza degli adulti dovrebbe dormire dalle 7 alle 8 ore a notte. Dormire troppo (più di 9 ore) o troppo poco (meno di 5 ore), mette a rischio il cuore e mette a repentaglio l'organismo (obesità, diabete, ansia). Particolarmente pericoloso è risultato il dormire poco.


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