Medicina e ricerca

«Vaccini, utile strumento di prevenzione. Ma attenzione a eccessi e imprudenze»

di Eugenio Serravalle (pediatra, presidente AsSIS, Associazione di Studi e Informazione sulla Salute)

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Egregi Colleghi,
lavostra lettera aperta alla FNOMCeO deplora il documentario “Il ragionevole dubbio” che riprende una targa in una piazza in memoria di bambini deceduti a causa delle vaccinazioni obbligatorie. Ma a Verona si è svolta davvero una cerimonia in ricordo di Marco e Andrea Tremante, presenti il Sindaco Tosi, Consiglieri comunali, l'Arcivescovo, rappresentanti delle Forze Armate e della Polizia, Parlamentari, tantissima gente, ed il Professor Giulio Tarro, collaboratore di Sabin nella realizzazione del vaccino anti-polio.

Le vaccinazioni infatti sono uno strumento di prevenzione utile. Rischiosi sono l'ipervaccinazione non giustificata o l'uso di vaccini non sufficientemente testati. Se dichiarare questo è meritevole di radiazione dall'Ordine dei Medici, la vostra lista di proscrizione deve allungarsi di molto. Infatti:

1. A parte le osservazioni critiche di Jefferson e Demicheli sul British Journal of Medicine sugli attuali calendari vaccinali e la penuria di dati scientifici che li riguardano, una recente consulenza tecnica medico-legale disconosce il rapporto tra sindrome autistica e vaccinazioni ma denuncia «la frequente disattenzione sulle condizioni del bambino nei 40 giorni antecedenti l'inoculo vaccinale in relazione a comparsa di febbre, virosi, patologie esantematiche fruste, somministrazioni anche estemporanee di farmaci a qualunque livello immuno-interferenti […] Se ci dobbiamo basare sulle raccomandazioni fornite da numerosi studi scientifici, le linee guida dell'OMS e di ACIP e AAFP non sembrano assolutamente adeguate per promuovere una corretta sicurezza vaccinale». I relatori: Prof. Aldo Ferrara, Docente di Malattie Cardio-Polmonari nell'Università di Siena; Prof. Giovanni Rezza, Direttore del Dipartimento di malattie infettive e immunomediate dell'Istituto Superiore di Sanità, Dott.ssa Francesca Romana Fusco, Dirigente medico presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma.
2. «Non sono stati condotti studi per esaminare gli effetti a lungo termine del numero cumulativo di vaccini o di altri aspetti del programma di immunizzazione… Nessuno studio ha confrontato le differenze dello stato di salute tra bambini completamente immunizzati e bambini mai vaccinati…», sostiene l'Institute of Medicine USA.
3. I CdC USA hanno comunicato che l'efficacia del vaccino antinfluenzale 2015/16 è stata del 23%, i Bollettini dell'Istituto Superiore di Sanità hanno confermato che anche in Italia «si è osservato un sostanziale grado di mismatch antigenico rispetto al ceppo vaccinale» (e pace per la spesa sanitaria che è stata sostenuta).
4. Secondo il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2012-2014 solo il 15% dei medici si è sottoposto alla vaccinazione anti-H1N1; pochi di più eseguono l'antinfluenzale stagionale.
5. Decine di pubblicazioni contestano sia utile il vaccino anti-influenzale, soprattutto nei bambini da 6 mesi a 2 anni di età.
6. Centinaia di articoli criticano il vaccino HPV. Il Nordic Cochrane Center accusa l'Agenzia Europea dei Medicinali di scarsa trasparenza nel valutare la sicurezza di tale vaccino.
7. Sulla vaccinazione anti-peumococcica ricordo quanto scritto proprio dal Dr Cavallo in PNEUMOCOCCAL DISEASE BETWEEN OLD AND NEW VACCINES (Medico e Bambino 2010;29:636-642): «La vaccinazione antipneumococcica 7-valente, anche nelle Regioni a buona copertura vaccinale, non ha ridotto l'incidenza della principale patologia invasiva, la meningite, che è invece aumentata (da un totale di 1494 casi negli anni 1998-2003 a un totale di 1694 casi negli anni 2004-2009)»; si nota inoltre un effetto di “rimpiazzo” dei ceppi vaccinali.
8. Sono centinaia le pubblicazioni sulla tossicità di alcuni adiuvanti come l’alluminio.
9. Sono circa 700 le persone danneggiate gravemente da vaccini cui il ministero ha riconosciuto un indennizzo per la L. 210/92.

Il 30% dei medici italiani che non rende pubblici i compensi ricevuti dalle aziende farmaceutiche; calendari vaccinali regionali differenti; mancanza di vaccini singoli (anti-rosolia, o anti-difterite); il numero crescente delle vaccinazioni proposte; la maggiore libertà vaccinale nella maggior parte dei Paesi europei ad alto reddito sono forse una migliore spiegazione alla “crescente disaffezione popolare” verso le vaccinazioni da voi lamentata.

Bibliografia consultabile al link: http://www.eugenioserravalle.it/lettera-aperta-a-rosario-cavallo-responsabile-gruppo-vaccini-acp/


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