Medicina e ricerca

Mieloma, la cura va a bersaglio: made in Italy la prima target-therapy che distrugge la cellula tumorale

di Lucilla Vazza

Parte dall’università di Torino, ma è stata presentata nei giorni scorsi a Delhi, in India, la storia di Daratumumab, l’anticorpo monoclonale, il killer “buono” che rappresenta una svolta concreta contro il mieloma multiplo, il tumore del sangue che colpisce ogni anno 5.600 italiani e che non ha ancora una cura. I destinatari d’elezione della cura sono i pazienti più difficili da trattare, quelli per cui ad oggi non esistono alternative disponibili. E per loro la chance di sopravvivenza grazie a daratumumab è di 4 volte. La nuova terapia si basa sugli studi di un ricercatore italiano dell’Università di Torino, Fabio Malavasi.

«Sono i pazienti con mieloma multiplo più complessi da trattare, perché divenuti resistenti a tutte le classi di nuovi farmaci disponibili sino a questo momento, e con un’attesa di vita di pochi mesi - commenta Michele Cavo, professore ordinario di ematologia all’Istituto di Ematologia e oncologia medica “Seràgnoli” dell’Università di Bologna -. Nonostante queste premesse daratumumab in monoterapia ha prolungato la sopravvivenza di questi pazienti di 3 o 4 volte». Di origine completamente umana, e in fase di approvazione anche in Italia, daratumumab di Janssen ha ricevuto l’approvazione della Commissione Europea nel trattamento del mieloma multiplo recidivato refrattario, con valutazione accelerata in virtù del suo meccanismo d’azione completamente nuovo e della dimostrata efficacia. Designato farmaco orfano e per “break-through-population” dagli enti regolatori europei e americani, ovvero è una terapia destinata a una popolazione di pazienti affetti da mieloma per cui oggi non esistono alternative disponibili.

Daratumumab, in fase di approvazione in Italia, rappresenta un giro di boa nel miglioramento della terapia per il mieloma multiplo, delineando un nuovo paradigma di cura per i pazienti affetti da questa forma di tumore del sangue. «Gli anticorpi monoclonali hanno il potenziale per cambiare radicalmente la strategia terapeutica del mieloma multiplo - spiega Mario Boccadoro, professore ordinario al Dipartimento di Biotecnologie molecolari e Scienze per la salute, Unità operativa di Ematologia, Università di Torino -. Daratumumab può essere aggiunto alle terapie in corso e ha consentito di ottenere ottimi risultati anche nei pazienti più complessi; in combinazione, in soggetti alla seconda o terza ricaduta ha consentito di ridurre la mortalità fino al 60 per cento. Ora sono in corso studi per utilizzarlo già alla diagnosi e si aprono nuovi orizzonti per cui in futuro potremmo essere in grado di cronicizzare il mieloma multiplo».

Daratumumab è il primo della classe di anticorpi monoclonali chiamati anti CD-38, in grado di unire all’attività immunitaria un’azione diretta che porta a morte le cellule tumorali. Un vero e proprio “serial killer” per le cellule malate. «Questo straordinario lavoro di studio e di ricerca - aggiunge Massimo Scaccabarozzi, presidente e amministratore delegato di Janssen Italia - premia l’impegno e la costanza della nostra azienda a favore dei malati e della loro qualità di vita. Il nostro “killer seriale”, infatti, è un killer buono, uccide si, ma solo le cellule cattive, e consente ai pazienti un aumento di aspettativa e qualità di vita, impensabile fino a ieri. Alza il velo, infine, su una cura che ha potenzialità incredibili. Questo è un primo tassello inserito in un mosaico grandissimo, e lascia aperte molte altre strade da studiare e sviluppare».

Il mieloma multiplo
Il mieloma multiplo è una malattia del midollo osseo di fatto incurabile a oggi. La terapia tradizionalmente si è basata sui classici chemioterapici mentre negli ultimi 10 anni la ricerca ha portato a significativi progressi scientifici; una fase successiva di sviluppo si è aperta negli ultimi anni, periodo in cui la ricerca si è mossa nel campo delle classi degli anticorpi monoclonali migliorando ulteriormente sia l'efficacia che la sicurezza delle terapie per il mieloma multiplo.

Spiega il Prof. Mario Boccadoro: «Da quando la ricerca si muove nel campo degli anticorpi monoclonali, si sta inaugurando per il mieloma una fase completamente nuova e si aprono prospettive estremamente interessanti anche per i pazienti che in precedenza hanno ricevuto numerose linee di trattamento. Gli anticorpi monoclonali possono migliorare il controllo e la remissione della malattia e la sopravvivenza».

La scoperta del CD38 ha fornito ai farmacologi un bersaglio molecolare per un anticorpo che possa neutralizzarla, con ciò combattendo il tumore.

Lucilla Vazza

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