Medicina e ricerca

Le vaccinazioni sono fondamentali per una crescita sana dei neonati

di Mauro Stronati (presidente della Società italiana di Neonatologia)

La decisione di non vaccinare i bambini o la vaccinazione selettiva esercitata da un numero crescente di genitori e la conseguente recrudescenza di alcune malattie ormai debellate, vanificano gli sforzi dei neonatologi di diminuire la mortalità e le patologie dei neonati, esponendoli ad un forte rischio di salute personale da un lato e sociale dall'altro.
Per contrastare la disinformazione sulle vaccinazioni obbligatorie e in risposta all'appello lanciato dalla Oms, in occasione della Settimana mondiale delle vaccinazioni, in programma dal 24 al 30 aprile, noi della Società Italiana di Neonatologia (Sin) abbiamo deciso di portare avanti direttamente una campagna di comunicazione. Nel massimo rispetto della libertà individuale dei medici e delle scelte dei genitori, ogni neonatologo iscritto alla Sin s'impegnerà personalmente ad informare i genitori sui rischi derivanti dalla mancata vaccinazione. L'iniziativa è in linea con le indicazioni del nuovo Piano di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, che punta sull'empowerment dei cittadini e, dunque, dei genitori, con l'obiettivo di aiutarli ad acquisire consapevolezza dell'importanza delle vaccinazioni per la salute futura del bambino.
L'allarme lanciato a fine marzo dall'OMS sull'aumento del rischio di epidemie di morbillo in Italia ci preoccupa molto. Non si può e non si deve mettere in discussione l'importanza e la necessità delle vaccinazioni per il bene del singolo e della comunità. Se un numero consistente di genitori opterà per non vaccinare il proprio bambino verrà meno l'effetto gregge, cioè la protezione derivante dalle vaccinazioni collettive, che finora ha rappresentato una garanzia anche per quei pochi bambini non vaccinati.
L'Italia dall'inizio del 2017 ha registrato un forte aumento di casi di morbillo con oltre 1000 persone contagiate, mentre in tutto il 2016 erano stati 844 (fonte ISS – 26/03/2017). Nel 33% dei casi si è avuta almeno una complicanza, nel 41% un ricovero e nel 14% un accesso al Pronto Soccorso: il 90% di tutti i colpiti non era vaccinato. Inoltre siamo a conoscenza di lattanti che hanno contratto la meningite da Haemophilus influenzae di tipo b (Hib), malattia prevenibile con la vaccinazione, e che ora portano con sé le sequele neurologiche incluso un ritardo mentale, come effetto della scelta dei loro genitori; o di adolescenti non vaccinati che hanno contratto la poliomielite e vivono ora le conseguenze della paralisi neurologica.
La vaccinazione è particolarmente raccomandata ai neonati pretermine (in aumento negli ultimi anni), che, a causa delle complicanze della prematurità, risultano maggiormente esposti alle conseguenze dannose delle patologie infettive prevenibili dalle vaccinazioni. Il neonato pretermine, infatti, oltre alle frequenti complicanze che ne prolungano la permanenza in ospedale fino anche oltre il 3° mese di vita, presenta, com'è noto, una condizione di immunodeficienza più accentuata e duratura che nel neonato a termine. Inoltre, questi piccoli ricevono, a volte, trattamenti, ad esempio gli steroidi, che potrebbero interferire con la risposta protettiva immunitaria.


© RIPRODUZIONE RISERVATA