Medicina e ricerca

Obesity day: sovrappeso un italiano su tre, nel mondo sono due miliardi

di Ernesto Diffidenti

E’ tra le più evidenti contraddizioni mondiali: una parte di popolazione soffre per malnutrizione, un’altra parte per un eccessivo e disordinato consumo di cibo. Nutrirsi è un diritto, troppo spesso dimenticato, mentre mangiare male sta diventando una vera e propria epidemia, uno dei principali problemi di salute pubblica secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha rilanciato l’allarme in occasione dell’Obesity day, la giornata mondiale che accendere i riflettori sui danni di una cattiva alimentazione.

In Italia, secondo i dati più recenti elaborati dall’Osservatorio nazionale sulla salute più di un terzo della popolazione adulta (35,3%) è in sovrappeso, mentre una persona su dieci è obesa (9,8%); complessivamente, il 45,1% dei soggetti di età uguale o maggiore di 18 anni è in “eccesso ponderale”(sovrappeso più obesità) . Le differenze sul territorio confermano un gap Nord-Sud in cui le Regioni meridionali presentano la prevalenza più alta di persone maggiorenni obese (Molise 14,1%, Abruzzo 12,7% e Puglia 12,3%) e in sovrappeso (Basilicata 39,9%, Campania 39,3% e Sicilia 38,7%) rispetto a quelle settentrionali (obese: Bolzano 7,8% e Lombardia 8,7%; sovrappeso: Trento 27,1% e Valle d’Aosta 30,4%). La fascia di età in cui si registrano percentuali più alte di persone in eccesso di peso è, sia per gli uomini che per le donne, quella tra i 65-74 anni (uomini 52,6% e 16,0%, donne 40,3% e 14,8%, in sovrappeso e obesi rispettivamente).

A rischio anche i bambini . Secondo l’ultima indagine condotta da Okkio alla salute il 21,3% del campione (oltre 48.400 genitori e 48.900 bambini di oltre 2.600 classi di tutto il territorio nazionale) è risultato in sovrappeso e il 9,3% obeso. Ancora un bambino su tre (30,6%) ha un peso superiore alle soglie raccomandate per l’età di appartenenza.

Insomma, l’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale sia perché la sua prevalenza è in costante e preoccupante aumento non solo nei Paesi occidentali ma anche in quelli a basso-medio reddito sia perché è un importante fattore di rischio per varie malattie croniche, quali diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari e tumori.

In termini di costi alla collettività nel mondo, l’obesità occupa il terzo posto dopo fumo di sigaretta e guerre e terrorismo coinvolgendo, ormai, oltre 2 miliardi di adulti e bambini. Secondo un rapporto presentato al comitato per la food security della Fao dall’organizzazione no profit Ipes-Food « senza malnutrizione il Pil del mondo sarebbe più alto dell’11% mentre l’obesità costerà 760 miliardi di dollari entro il 2025». Una contraddizione, appunto, da correggere al più presto.

Ma come combattere l’obesità? L’alimentazione occupa un ruolo centrale nella salute della persona: l’eccesso di calorie è causa di una serie di patologie. Tuttavia, prima ancora della dieta è l’educazione alimentare (e l’attività fisica) a salvarci dal sovrappeso, o peggio, dall’obesità. E l’Italia è in prima fila nella prevenzione proponendo con la dieta mediterranea un equilibrato modello di alimentazione.

«L’obesità è una patologia - ricorda Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione Adi (Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica) -. In occasione dell’Obesity day il personale dei 150 centri Adi offrirà colloqui gratuiti di consulenza e informazione, valutazioni del grado di sovrappeso e l'individuazione dei percorsi terapeutici
nutrizionali più appropriati per ognuno».


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