Medicina e ricerca

Pazienti oncologici, per Edoxaban efficacia non inferiore alla dalteparina

Nei pazienti con cancro e tromboembolia venosa (Tev), la terapia con anticoagulante orale edoxaban, risulta non inferiore allo standard di cura a base di dalteparina iniettabile per via sottocutanea, nella prevenzione delle recidive di Tev o dei sanguinamenti maggiori. A dimostrarlo sono i primi risultati del trial Hokusai- Vte Cancer, pubblicati sul New England Journal of Medicine e presentati durante il Congresso dell’American Society of Hematology (Ash), che sta per concludersi ad Atlanta.

Il rischio di sviluppare Tev, nella forma di trombosi venosa profonda o embolia polmonare, aumenta da 4 a 7 volte nei pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia e, per questa popolazione di pazienti, essa rappresenta la seconda causa di morte. Nel trattamento di questi pazienti, le attuali linee guida raccomandano eparina a basso peso molecolare (dalteparina) per almeno sei mesi come standard di cura. Tuttavia, attualmente l’aderenza alle linee guida per il trattamento della Tev correlata a cancro risulta più bassa di quanto sarebbe auspicabile, proprio a causa della necessità della somministrazione del farmaco attraverso iniezioni sottocutanee quotidiane. Dunque un’ulteriore sfida per i pazienti oncologici, che corrono un rischio maggiore sia di recidive di Tev che di sanguinamenti maggiori. Una possibile soluzione potrebbe provenire dall’anticoagulante orale edoxaban, risultato non inferiore alla dalteparina.

«I pazienti oncologici hanno un rischio significativamente più alto di sviluppare Tev, e rappresentano una popolazione ad alto rischio, dal momento che l'82% di essi presenta uno o più fattori di rischio di sanguinamento - ha spiegato il co-sperimentatore principale del trial, Harry Büller, professore al Dipartimento di Medicina vascolare dell’Academic medical center di Amsterdam -. Rispetto alla dalteparina, in un anno di studio abbiamo riscontrato una minor incidenza di recidive di Tev con edoxaban. Inoltre, non abbiamo osservato sanguinamenti fatali e la gravità clinica dei sanguinamenti maggiori era simile a quanto osservato con la dalteparina. Inoltre, per i pazienti con cancro il rischio di Tev persiste oltre i sei mesi, ma la durata di 12 mesi di questo studio, consente la valutazione di edoxaban per un periodo più lungo».

Lo studio ha arruolato 1.050 pazienti con cancro attivo, il 53% di essi presentava cancro metastatico e il 72% era sottoposto a chemioterapia al momento della randomizzazione.


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