Medicina e ricerca

Cataratta: l'ultima frontiera è il laser che opera in biliardesimi di secondo

di Paolo Nucci (direttore della Clinica Oculistica Universitaria dell'Ospedale San Giuseppe di Milano)

La cataratta causa la perdita di trasparenza del cristallino, ovvero della lente naturale posizionata all'interno del nostro occhio, fino a comprometterne seriamente la capacità visiva. Colpisce uno o entrambi gli occhi e, ancora oggi, questa patologia è tra le prime cause di perdita della vista nel mondo. Una cecità, però, il più delle volte reversibile grazie alla chirurgia: secondo la Società Oftalmologica Italiana nel nostro Paese sono circa 557.000 gli interventi di rimozione della cataratta effettuati ogni anno, tanto da rappresentare più dell'80% del lavoro di un reparto di Oculistica.

Solitamente l'opacizzazione del cristallino è un fenomeno fisiologico legato all'invecchiamento dell'occhio, che colpisce 1 persona su 4 dopo i 70 anni. In età giovanile si verifica raramente, ma nei bambini può presentarsi in forma congenita, ovvero derivare da una condizione malformativa o di incompleta maturazione del cristallino.

La cataratta congenita, in particolare, colpisce un neonato su 2.500 e rappresenta uno dei fattori più frequenti di cecità nell'infanzia: pertanto gli screening neonatali, con la valutazione del riflesso rosso, giocano un ruolo fondamentale. In questo caso la chirurgia deve essere programmata in maniera sollecita, intorno al quarantesimo giorno di vita, e comporta un intervento molto delicato che viene eseguito in anestesia generale. Nei più piccoli, infatti, la cataratta ha caratteristiche del tutto peculiari con una complessità chirurgica e una necessità di follow up elevatissima, per cui necessita di un centro altamente specializzato.

L'unico modo per capire se siamo affetti da una cataratta significativa, e se questa sia passibile di chirurgia, è quello di sottoporsi ad una visita specialistica in ambulatorio. Quando è senile, infatti, sono diversi i segnali d'allarme: il paziente percepisce di vedere meno nitido, riscontra episodi di abbagliamento, difficoltà nella visione notturna o anche un'alterazione dei colori. Trattandosi di problematiche che possono condurre a una seria limitazione delle attività quotidiane, è a questo punto che conviene intervenire chirurgicamente. Nonostante sia spesso considerato un intervento di routine si tratta in realtà di una delle chirurgie più delicate in campo medico. Oggi, grazie all'arrivo di tecniche mininvasive, la chirurgia oculare si è aggiornata notevolmente, vedendo lo sviluppo e l'affermarsi di procedure sempre più avanzate, standardizzate e sicure, sia per il chirurgo sia per il paziente. L'intervento prevede la frantumazione del cristallino catarattoso, in genere attraverso un apparecchio a ultrasuoni, e l'aspirazione della cataratta attraverso una piccola sonda. Successivamente, al posto del cristallino opaco, viene inserita una minuscola lente pieghevole, il cui valore è stato calcolato e settato in precedenza sulle caratteristiche del singolo paziente.

La chirurgia laser a femtosecondi
In questo campo, l'ultima frontiera è rappresentata dalla chirurgia laser a femtosecondi (Flac - Femtosecond laser assisted surgery), una tecnica mininvasiva che comporta notevoli vantaggi: riduce al massimo i tempi di intervento e assicura meno traumi, più precisione e un migliore recupero visivo. Grazie alla Flac alcune fasi dell'intervento vengono programmate dal chirurgo attraverso un computer, per poi essere eseguite dal laser in pochi secondi, senza l'impiego di bisturi e pinze. Il Femtolaser, in particolare, riduce la quantità di passaggi chirurgo-dipendenti, consolidando e standardizzando alcune fasi dell'operazione, e dunque rendendo ancor più rapido e meno traumatico l'intervento di cataratta. Questo perché i tagli corneali, l'apertura della capsula che avvolge il cristallino e la frantumazione della cataratta non vengono eseguiti dalla mano umana, ma da un computer, sulle caratteristiche del singolo paziente.

La procedura viene poi ultimata dal chirurgo che si occupa di eliminare la cataratta già frammentata e di sostituirla con la lentina intra-oculare. Altro aspetto innovativo è che mentre gli strumenti tradizionali rilasciano impulsi in nanosecondi, ovvero “solo” in miliardesimi di secondo, questo tipo di laser emette spots della durata di un femtosecondo, vale a dire un milionesimo di miliardesimo di secondo, sulle strutture oculari verso cui viene indirizzato. Questo permette di aprire con estrema cura e precisione la capsula anteriore del cristallino, dando modo alla lente artificiale di trovare la migliore allocazione e quindi di garantire un risultato superiore da un punto di vista refrattivo. Per questo motivo è particolarmente indicato per l'utilizzo dei cristallini di ultimissima generazione, come le lenti toriche per la correzione dell'astigmatismo e le lenti multifocali che consentono di correggere difetti visivi come la presbiopia.

L'intero procedimento è indolore, viene eseguito in qualche minuto ed il decorso post operatorio non prevede bendaggio o punti di sutura. E' anche importante sapere che tutti i passaggi sono supportati da una ricostruzione grafica tridimensionale delle strutture dell'occhio (tomografia a coerenza ottica – OTC), che consente al chirurgo di guidare l'operato del laser attentamente, mantenendo un livello di sicurezza massimo.

Nonostante questi benefici, nel nostro Paese, dove pure il livello delle cure per la patologia è ottimale, sono ancora poche le strutture in cui è possibile sottoporsi alla chirurgia della cataratta assistita da uno strumento laser a femtosecondi. Va chiarito, infine, che non tutti gli occhi sono adatti all'impiego di questa tecnica: è una valutazione che spetta all'oculista attraverso esami specifici, che coadiuvano la scelta della metodica operatoria più adatta.


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