Medicina e ricerca

Inail e Itt presentano la mano bionica Hannes italiana, innovativa e a carico del Ssn

di Ernesto Diffidenti

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E' italiana, innovativa e sarà a carico del Servizio sanitario nazionale. Parliamo di Hannes, la "mano bionica" sviluppata dalla partnership tra Inail e Istituto italiano di tecnologia presentata oggi a Roma. Sarà a disposizione dei pazienti che hanno subìto un'amputazione dell'arto superiore a partire dal 2019 ai quali restituirà circa il 90% della funzionalità perduta. A supportare i dati, per una volta, non sono solo i grafici e le slide, ma una testimonianza diretta, quella di Marco Zambelli (nella foto), paziente del Centro protesi dell'Inail che ha testato per primo la mano robotica. «Ho perso la mano sul lavoro a 16 anni - spiega - e con questa protesi non solo sto tornando ad usare entrambi gli arti per i più comuni gesti quotidiani ma anche a riconsiderare lo stesso modo di pensare». Un ritorno alla normalità, dunque, l'obiettivo da cui è nata Rehab Technologies, lo spin off di Inail e Itt, che curerà la produzione di Hannes. «Posso piegare le dita con la forza voluta e cominciare a dimenticare di dover usare sempre la mano sinistra», aggiunge Zambelli, che nel 2015 aveva già sperimentato la prima versione e che oggi ha potuto stringere la mano del ministro del Lavoro uscente, Giuliano Poletti.

«La mano bionica - assicura Andrea Urbani, direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute - sarà presa in esame dalla Commissione Lea per un rapido inserimento nell'elenco dei dispositivi a carico del Servizio sanitario nazionale. Appena conosceremo il prezzo - continua Urbani - faremo una verifica dei dispositivi già inseriti nel prontuario precedendo, eventualmente, al delisting degli strumenti più obsoleti».

Ma in cosa differisce Hannes dalle protesi già in circolazione? «Il brevetto - spiegano Rinaldo Sacchetti e Lorenzo De Michieli del team scientifico Itt-Inail - conferisce alla mano protesica, mossa da un solo motore, la capacità di afferrare gli oggetti adattandosi alla loro forma e di resistere alle eventuali sollecitazioni esterni, replicando la gestualità e la funzionalità dell'arto naturale». Anche il pollice è orientabile in tre diverse posizioni «e rende possibili i tipi di prese necessarie nella vita di tutti i giorni, dalla penna alla carta di credito fino alla possibilità di spostare oggetti di 15 kg circa». Hannes sfrutta gli impulsi elettrici che provengono dalla contrazione dei muscoli della parte residua dell'arto «e implementa strategie basate su algoritmi di intelligenza artificiale».

Per garantire il massimo livello di personalizzazione, Rehab Technologies Lab ha realizzato un software che si collega alla mano robotica via Bluetooth «che consente di calibrare i parametri di funzionamento in base alle esigenze e alla caratteristiche di chi lo indossa». Il dispositivo, che ha ottenuto il marchio Ce come prodotto di classe 1, è stato realizzato in due taglie e in versione destra e sinistra. «E' inoltre dotato di differenti soluzioni cosmetiche - sottolinea Roberto Cingolani, direttore scientifico dell'Itt - con guanti di rivestimento diversificati per uomo e donna. Un passo in più per l'accettazione dell'arto e il ritorno verso la normalità, obiettivo primario dell'impegno di tutti i ricercatori che hanno lavorato senza sosta per raggiungere questo obiettivo».

Dopo la mano bionica Hannes (il nome è un omaggio al professor Schimidl a cui si deve l'avvio dell'attività di ricerca al Centro protesi di Vigorso di Budrio dell'Inail e la prima protesi mioelettrica del 1965) Inail e Itt si preparano a lanciare altri progetti innovativi: un esoscheletro per la mobilità dei paraplegici, nonché protesi per la riabilitazione di spalla, braccia e gambe. «Il lancio di Hannes - sottolinea Massimo De Felice, presidente dell'Inail - è solo la prima tappa di una collaborazione molto proficua con Itt. La ricerca è cambiata, non può rimanere in un ambito autonomo e chiuso, per questo abbiamo cercato nuovi partner tra cui, oltre all'Itt, figurano il Campus Biomedico e l'Università Sant'Anna di Pisa».

Per Gabriele Galateri di Genola, presidente dell'Itt «non bisogna aver paura delle tecnologie ma sfruttarne le potenzialità». Per cogliere al massimo le opportunità dell'innovazione occorrono, tuttavia, «una vision finalizzata a migliorare la qualità dei pazienti, un'efficace governance che metta in rete le competenze e le risorse e, infine, un rapido trasferimento della tecnologia a livello pratico». Giuseppe Lucibello, direttore generale di Inail, ricorda gli ultimi finanziamenti destinati a sviluppare la produzione della mano bionica Hannes: 7,5 milioni di investimento nell'ambito di un piano triennale di 12 milioni.


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