Medicina e ricerca

Bpco e asma bronchiale, l'importanza dei nuovi dispositivi inalatori

di Sara Lavorini

S
24 Esclusivo per Sanità24

Le malattie respiratorie in Italia (dati Istat) sono la terza causa di morte per gli uomini causando 77,1 morti per 100 mila abitanti e, tra le donne, invece, rappresentano la quinta causa di decesso, con un tasso di 61,8 eventi per 100 mila abitanti. Le regioni dove maggiormente si manifestano queste patologie sono, per valori assoluti, Lombardia (6.529), Piemonte (3.886), Lazio (3.724), Emilia Romagna (3.612), Campania (3.195). I rapporti ogni 100mila abitanti, però, segnalano una forte incidenza nelle seguenti regioni: Valle D'Aosta (102,2), Liguria (97,7), Friuli Venezia Giulia (91,6), Toscana (82,6) e Umbria (82,4).
Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) (per 6-7% circa) e asma bronchiale (prevalenza 5%), continuano quindi a preoccupare specialisti e popolazione. I numeri confermano un trend in aumento per entrambe le patologie, arrivando ad interessare circa il 12% della popolazione generale, oltre 6 milioni di italiani colpiti. Tra le altre malattie respiratorie cronico-persistenti più frequenti, troviamo anche i disturbi respiratori del sonno, le cosiddette apnee ostruttive, che interessano circa il 4% della popolazione generale; a seguire cancro del polmone e fibrosi polmonari.

A questa emergenza è stato dedicato a Verona, centro di innovazione in campo pneumologico, un congresso che ha riunito 300 specialisti anche provenienti dall'estero (Gran Bretagna, Germania, Svizzera) dedicato ai dispositivi inalatori strategici nella governance e nella cura delle vie aeree. «In Italia, tra le terapie di mantenimento per asma e Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), la cura inalatoria corrisponde a una quota fra l’80 e il 90% dei farmaci prescritti – afferma Andrea Melani, dirigente medico dell’Azienda ospedaliera universitaria Senese -, una cifra in linea con il resto dei Paesi dell’Europa occidentale. Per arrivare al livello broncopolmonare, infatti, serve un erogatore adatto a una terapia inalatoria, che è assai più complessa rispetto a una semplice compressa e richiede particolare attenzione per quanto riguarda prescrizione e utilizzo. Presto saranno disponibili device attivabili solo col respiro ed erogatori multifunzionali. Ma resta il problema dell’aderenza alla terapia: meno del 15% dei pazienti segue le indicazioni del medico (dati Aifa)». Migliorare l'utilizzo degli erogatori significa migliorare sensibilmente l'aderenza al programma terapeutico, e conseguentemente ridurre l'impatto economico di queste malattie, fino ad oltre il 20%.

Tra le cause principali della Bpco c’è il fumo di sigaretta, nel 21% dei soggetti esaminati. Inoltre, a far preoccupare gli specialisti è il notevole aumento, dopo il calo registrato circa 10 anni fa, dei fumatori, soprattutto fra le giovani donne.
Particolarmente grave risulta il ruolo degli inquinanti ambientali e lavorativi, nonché del quotidiano traffico veicolare specie nella Pianura Padana. Per quanto riguarda l'asma, invece, sono le allergie le prime cause, con una prevalenza di oltre il 25% nella popolazione generale. A seguire, ancora gli inquinanti, il reflusso gastro-esofageo (15%), ma anche le variazioni climatiche. I soggetti più colpiti sono i bambini: un terzo dei soggetti asmatici è under 14.
«La popolazione colpita è ampia, per questo occorrono vari dispositivi e grazie alle moderne tecnologie presto ce ne saranno altri in grado di migliorare l'efficacia della terapia inalatoria – continua Federico Lavorini, dirigente medico Azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze - a breve saranno disponibili degli erogatori, del tipo delle classiche bombolette, in grado di essere attivate semplicemente dal respiro, senza dunque il bisogno di coordinare espirazione e inspirazione, una manovra difficile per la stragrande maggioranza dei pazienti».

Oltre all’importanza della prevenzione, un valido aiuto durante la terapia saranno i nuovi device inalatori che permetteranno di erogare molteplici farmaci da un unico spray. Ciò comporterà un sicuro miglioramento nella cura delle patologie respiratorie, ma permetterà anche di ovviare al problema dell’aderenza alla terapia.
«Avremo disponibili anche i dispositivi portatili, molto più semplici e comodi da utilizzare - aggiunge Roberto Dal Negro, tra i promotori del congresso e responsabile del Cesfar -Centro nazionale studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia respiratoria (Vr) -, oltre alle nuove terapie inalatorie per combattere le principali malattie respiratorie, sono emerse le urgenze relative alla usabilità degli erogatori, dei costi che ricadono sul paziente e sulla necessità di una uniformità delle unità di misura. Infine, formazione e dialogo costante tra medici di base e specialisti. Ecco i risultati tra le tecnologie e gli strumenti più evoluti per l’assunzione delle terapie più efficaci. Essendo la terapia inalatoria il gold standard per la gestione di queste malattie, il tema dell'ostruzione delle vie aeree e bronchiale, della farmacologia, ma soprattutto dei sistemi più moderni e tecnologicamente più avanzati in grado di ottimizzare la terapia inalatoria, di assistenza, di indicatori di performance. Infatti, se è importante la conoscenza delle caratteristiche farmacologiche dei farmaci da usare, altrettanto importante è la conoscenza dei sistemi per l’erogazione dei farmaci, perché da questi dipende oltre il 60% dell’efficacia della terapia: conoscere bene i dispositivi inalatori significa veramente procedere verso la personalizzazione della terapia».


© RIPRODUZIONE RISERVATA