Medicina e ricerca

Stampanti 3D e robotica: l'innovazione si fa largo nella sanità

di Sara Lavorini

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24 Esclusivo per Sanità24

La progettazione personalizzata degli interventi chirurgici sulla base della ricostruzione delle parti anatomiche riprodotte con stampanti tridimensionali a partire dalle immagini Tac del paziente, l’uso di manichini robot per la simulazione di scenari critici nei contesti reali con la telepresenza degli istruttori sempre mediata da altri robot e, lo sviluppo della gestione informatizzata dei dati sanitari (cartella digitale elettronica). Questi e molti altri importanti argomenti sono stati illustrati durante il XX Congresso Mondiale della International Ergonomics Association che si è tenuto aa Firenze, a cui hanno partecipato oltre 1.600 professionisti provenienti da più di 70 Paesi del mondo. Il tema principale della conferenza internazionale è stata “La creatività nella pratica”, intesa sia come atto creativo alla base delle invenzioni, che come attitudine all’innovazione nelle prassi di lavoro quotidiano.

«In generale tra i molti temi del congresso, i tre che a mio parere sono per la ricerca e l’applicazione dell’ergonomia nella nostra vita quotidiana – dichiara Tommaso Bellandi Direttore Uoc Sicurezza del paziente - compresa quella di lavoratori e persone assistite nelle nostre organizzazioni sanitarie sono: la collaborazione tra umani e robot che si sta diffondendo negli ambienti di vita e nei luoghi di lavoro, la ricerca di un equilibrio tra le potenzialità delle tecnologie digitali e l’impegno cognitivo che richiedono, il design come pratica creativa e cooperativa per l’innovazione dei processi produttivi, degli strumenti e degli ambienti di lavoro».

Durante il congresso è stato presentato anche il progetto “RoboVir”, realizzato da cinque partner quali l’Inail, l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Istituto Superiore di Sanità, il Politecnico di Bari e l’Azienda USL Toscana Nord-Ovest, che ha come obiettivo principale la progettazione e la validazione clinica di una piattaforma robotica integrata con opportuni sensori per la somministrazione di trattamenti riabilitativi motori e del coordinamento viso motorio degli arti superiori in contesti occupazionali.
«L’idea di sviluppare tale piattaforma robotica nasce dall’esigenza di proporre programmi riabilitativi e percorsi di reinserimento lavorativo in cui sia possibile effettuare una valutazione oggettiva, quantitativa e personalizzata del recupero motorio del paziente e – spiega Stefano Mazzoleni, ricercatore dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna e coordinatore scientifico del progetto di ricerca Robovir -, delle sue capacità residue necessarie per il reimpiego lavorativo. Attualmente infatti i programmi riabilitativi somministrati ai malati che hanno subito un infortunio sul lavoro, non presentano la possibilità di effettuare una valutazione quantitativa e personalizzata delle capacità residue del paziente. Attraverso l’utilizzo della piattaforma proposta, verranno quindi somministrati esercizi riabilitativi utilizzando scenari di realtà virtuale che ricreano l’ambiente lavorativo ed il cui obiettivo è il recupero del gesto lavorativo mirato al reinserimento».

In particolare, all’interno del progetto, è stato deciso di focalizzare l’attenzione sui pazienti con esiti da sovraccarico biomeccanico avvenuto in ambito lavorativo, ma la piattaforma sviluppata può essere in generale utilizzata anche da pazienti ortopedici e/o neurologici con danno all’arto superiore. Infine attraverso l’utilizzo di scenari di realtà virtuale, saranno proposti degli esercizi riabilitativi da dover svolgere sotto forma di gioco, come ad esempio, il dipingere una parete con apposito rullo, ricreando movimenti di flesso-estensione del braccio. A ciascun movimento verranno associati dei punteggi e dei parametri, come ad esempio il tempo di esecuzione, attraverso cui sarà possibile valutare quantitativamente il decorso del training riabilitativo.


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