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Gastroenterite da Rotavirus: costi e stress evitabili con il vaccino

di Paolo Biasci *

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24 Esclusivo per Sanità24

Non tutti la conoscono, ma la gastroenterite da Rotavirus (Garv) – che colpisce i bambini fino ai 5 anni, soprattutto nel corso del primo anno di vita – è molto più diffusa di quanto si pensi. Le stime effettuate in Italia in epoca pre-vaccinale parlano chiaro: 1 caso al minuto, 27.000 al mese, più di 400.000 bambini colpiti all’anno.
Spesso il Rotavirus si presenta in forma leggera e i piccoli malati guariscono in breve tempo, tuttavia, qualche volta, la patologia è più severa e si manifesta con diarrea, vomito e febbre così violenti da causare il ricovero per disidratazione.
L’impatto della Garv è rilevante non solo in termini di Salute, ma anche in termini di spesa sanitaria. Secondo il ministero della Salute, i costi totali diretti (ovvero quelli a carico del Sistema sanitario nazionale) provocati dalla gastroenterite da Rotavirus - calcolati su una popolazione di bambini pari o inferiore a 5 anni - sono stati di € 31.471.642 nel biennio 2017 – 20192. Se a questa cifra aggiungiamo i costi indiretti (ovvero quelli sostenuti dalle famiglie) la spesa sale a € 143.908.762 l'anno. Si può ipotizzare che qualora tutti i soggetti infettati si fossero vaccinati la riduzione della spesa sarebbe stata di oltre 26 milioni di euro l'anno2. Il Rotavirus non è certamente una malattia difficile da contrarre, soprattutto per i neonati. Il virus può essere trasmesso anche per via aerea, oppure un semplice contatto. Non a caso l'intesa sancita in Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 7 settembre 2016 sullo “Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea)” ha stabilito il raggiungimento e il mantenimento di coperture vaccinali ≥ 95% per la vaccinazioni anti Rotavirus nei nuovi nati entro l’anno in corso.
Questo anche a seguito della raccomandazione emanata nel 2013 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per includere la vaccinazione anti-RV nei programmi vaccinali di tutti i Paesi. La vaccinazione contro il Rotavirus, somministrata per via orale, è raccomandata universalmente a tutti i bambini a partire dalla 6° settimana di vita e consiste di 2 o 3 dosi (a seconda del vaccino utilizzato) ed è co-somministrabile con le altre vaccinazioni previste per l’età. Il ciclo dovrebbe comunque essere completato non oltre i 6-8 mesi di vita (a seconda del vaccino utilizzato).
Si tratta di una vaccinazione i cui benefici superano di gran lunga i rischi: i dati clinici sulle reazioni avverse derivano da valutazioni estese su oltre cento milioni di dosi distribuite per ciascuno dei due vaccini e hanno mostrato profili di efficacia e sicurezza sia nei cosiddetti Paesi industrializzati occidentali, sia e in America Latina.
Oggi la vaccinazione nel nostro Paese non è obbligatoria, ma è stata inserita in offerta attiva e gratuita nel calendario vaccinale del Piano nazionale della Prevenzione vaccinale 2017 – 2019 e inclusa nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) poiché «riveste una elevata importanza nell’ambito della Pubblica Sanità». Un passo importante, se si pensa che in Europa, prima dell’introduzione del vaccino le gastroenteriti acute da Rotavirus erano responsabili di 231 decessi all’anno, di oltre 87.000 ospedalizzazioni e quasi 700.000 visite mediche1. In Italia una stima del carico di malattia – parliamo sempre di epoca pre-vaccinale – colpiva all’incirca 400mila bambini sotto i cinque anni, con 240.000 casi gestiti a domicilio, oltre 14.000 ospedalizzazioni, più di 5mila infezioni contratte in ospedale e 2 decessi.
Carichi eccessivi per il Sistema salute, ma anche per i genitori: secondo una survey pubblicata dalla rivista scientifica internazionale Human Vaccines & Immunotherapeutics, che ha indagato il vissuto di un campione di famiglie italiane dopo il ricovero di un loro figlio per Garv, lo stress è stato considerato “elevato” dal 67.2%, mentre più del 74% dei genitori non è a conoscenza dell’esistenza di un vaccino orale ad hoc. Senza contare che i genitori si trovano costretti a perdere giornate lavorative e affrontare un grosso disagio, se poi ci sono fratellini o sorelline il rischio si moltiplica.

s* Presidente nazionale Federazione italiana medici pediatri


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