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Calabria: 7 persone su 10 con malattie reumatiche abbandonano il lavoro

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In Calabria più di 7 persone su 10 affette da malattie reumatiche, a causa del dolore generalizzato e spesso forte, sono costrette a dover abbandonare il proprio lavoro o a ridurre in maniera significativa l'attività lavorativa. E' quanto emerge dall'indagine Apmarr-WeResearch "Vivere con una malattia reumatica", con focus specifico sulla Calabria. Circa la metà dei pazienti (42,8%) non conosce il proprio grado di invalidità e quasi 6 su 10 non sono informati sulle agevolazioni, i diritti e i benefici previsti dalle leggi 68/99 (Categorie protette collocamento) e 104/92. "La Calabria – spiega Antonella Celano, presidente Apmarr (Associazione nazionale persone con malattie reumatologiche e rare) è la seconda regione dietro alla Sardegna con la situazione più grave in termini lavorativi e la quinta meno informata sulle leggi mentre il 10% dei calabresi (200 mila persone circa) convive con una patologia reumatica".

I dati dell'indagine "Vivere con una malattia reumatica in Calabria", che saranno presentati domani nel corso della "1° Giornata regionale di informazione e prevenzione sulle patologie reumatologiche e rare nell'adulto e nel bambino. Curarsi in Calabria" in programma presso il Centro Polivalente per i Giovani di Catanzaro.

Perdendo il lavoro si perdono purtroppo anche quei diritti, agevolazioni e benefici sanciti dalla legislazione . "Purtroppo, però, in Calabria il 56% delle persone con malattie reumatiche non sono informate su questi strumenti legislativi - continua Celano - e in quasi la metà dei casi (42,8%) i pazienti calabresi non conoscono il proprio grado di invalidità o, addirittura, non hanno mai fatto una visita per il suo riconoscimento, ponendo la Calabria come la quinta regione italiana meno informata sui benefici normativi di chi soffre di una patologia". Questa scarsa conoscenza ovviamente preclude ai pazienti la possibilità di veder riconosciuti i propri diritti di lavoratori e" in questo sono frenati anche dalla paura di venire licenziati (14,3%) o di subire azioni di mobbing da parte del proprio datore di lavoro o addirittura dai colleghi (38,1%)". "Per questo motivo - conclude Celano - serve uno sforzo da parte di istituzioni, media, medici e aziende a favore di una corretta e puntuale informazione sul tema, troppo spesso sottovalutato, della condizione dei lavoratori affetti da patologie reumatiche".


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