Medicina e Ricerca

«Insostenibili i costi dei nuovi farmaci anticancro»: l'appello di 120 onco-ematologi statunitensi rimbalza anche in Italia

di Manuela Perrone

Il costo dei nuovi farmaci antitumori ha raggiunto livelli «insostenibili»: dei 12 autorizzati nel 2012 dalla Fda ben 11 costano più di 100mila dollari l'anno. Un peso che rischia di «lasciare molti pazienti sottotrattati, o addirittura senza terapia, per l'impossibilità di far fronte a una simile spesa». L'accorato appello di 120 oncologi ed ematologi , tra i maggiori esperti mondiali di leucemia mieloide cronica, è stato pubblicato qualche giorno fa su Blood, la rivista della Società americana di ematologia. E ha suscitato un'eco immediata anche sulla stampa laica, soprattutto per il doppio invito: a Big Pharma affinché riduca i prezzi dei farmaci anticancro innovativi e a tutti gli attori coinvolti (aziende, istituzioni. medici, farmacie, associazioni) perché uniscano le forze e collaborino per migliorare l'accesso dei malati alle nuove terapie.

Se il riferimento dei camici bianchi è alla situazione particolare degli Stati Uniti, il tema è caldissimo in tutto il mondo. Non è un caso che il grido di dolore sia partito dagli esperti d leucemia mieloide cronica. È nel campo dei tumori del sangue che i nuovi farmaci "intelligenti", come gli inibitori della tirosin-chinasi, hanno ottenuto risultati sorprendenti. «Dall'introduzione del primo farmaco di questa famiglia, più di dieci anni fa - ricordano gli esperti - la mortalità annuale dei malati è passata dal 10-20% dei primi anni 2000 al 2% di oggi, mentre la sopravvivenza a 10 anni è passata dal 20% a oltre l'80%». Ma gli oncologi avvertono chiaramente: il problema costi rischia di compromettere questo trend.

Qualche cifra. Dei 12 nuovi farmaci anticancro autorizzati con varie
indicazioni dalla Food and Drug Administration nel 2012 11 hanno un costo superiore ai 100mila dollari all'anno. La spesa mensile per una terapia antitumorale (oltre 10mila dollari in media) è più che raddoppiata rispetto a dieci anni fa, quando era intorno ai 5 mila dollari. L'onere complessivo per le famiglie è altissimo e negli Usa le spese per le cure oncologiche contribuiscono pesantemente a una spesa sanitaria che ha raggiunto livelli senza precedenti: si parla del 18% del Pil, contro il 6-9%
nella maggior parte d'Europa. Ma per gli esperti il dato peggiore è un altro: fino al 10% dei pazienti americani non assumerebbe i farmaci prescritti, nella maggior parte dei casi perché non può permetterselo.

Ridurre i prezzi è la prima strada per uscire dall'impasse, secondo i medici. Insieme con una collaborazione multidisciplinare per affrontare il problema lungo due direttrici: politiche di negoziazione dei prezzi e modifiche delle leggi sulla proprietà intellettuale che limitano l'introduzione di farmaci generici economicamente più accessibili.

Dall'Italia sposa l'appello Roberto Labianca, presidente del Cipomo, il collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri. «La denuncia dei 120 onco-ematologi americani non puà cadere nel silenzio. Dichiarare come non moralmente giustificabili terapie anticancro il cui costo è superiore ai 100mila dollari è un assunto che noi condividiamo totalmente». Labianca evidenzia come questi costi mettano a dura prova il sistema sanitario e creino sempre più barriere all'accesso alle terapie. «In un momento di difficile congiuntura economica e di richieste sempre più pressanti – anche a livello globale – di revisione di spesa dobbiamo domandarci come questi costi possono essere accettati e sostenuti.
L'allarme lanciato negli Usa deve essere stimolo per una riflessione anche in Italia».