Medicina e Ricerca

Fertilità: ottenuta per la prima volta una gravidanza da tessuto ovarico trapiantato nell'addome

Aveva subito la rimozione delle ovaie mentre era in cura per un tumore. Ma ora è incinta di 25 settimane e aspetta due gemelli. Il merito del "miracolo" si deve a un gruppo di ricercatori australiani, che sono riusciti a permetterle la gravidanza trapiantando nell'addome tessuto ovarico conservato e congelato prima che iniziasse il trattamento anti-cancro.

Il tessuto era stato conservato e congelato prima che iniziasse il trattamento contro il cancro, sette anni fa. La tecnica - applicata per la prima volta nel mondo - è stata illustrata da Kate Stern, direttrice del Servizio di preservazione della fertilità dell'Istituto di fecondazione in vitro (Ivf) di Melbourne, che ha presentato i risultati alla conferenza della Fertility Society of Australia in corso a Sydney.

Il tessuto ovarico è stato innestato dagli specialisti dell'ospedale maggiore della città nella parete addominale sette anni dopo il prelievo. Due ovuli sono cresciuti con successo e sono stati raccolti, fecondati in vitro e inseriti nell'utero della giovane.

«Abbiamo dimostrato - ha detto Stern - che il tessuto ovarico può sopravvivere e funzionare normalmente fuori del suo ambiente naturale. La procedura offre alle pazienti di cancro la speranza di concepire».

L'ospedale maggiore di Melbourne ha ora intenzione di sviluppare un centro di emergenza per prelevare e conservare campioni di tessuto da donne giovani che soffrono di condizioni come il cancro ovarico, prima che il trattamento le renda infeconde.

«Un'importante conferma di una tecnica promettente», commenta Claudio Giorlandino, segretario generale della Società italiana di diagnosi
prenatale e medicina materno fetale. «Già nel 2004, all'Università di Lovanio si effettuò un impianto di tessuto ovarico in sede ovarica e, dopo alcuni altri interventi simili, anche in Italia, a Torino, nel 2012 è stata ottenuta una gravidanza spontanea in una paziente alla quale era stato
appunto innestato tessuto ovarico in sede ovarica a seguito di cancro».

La tecnica del reimpianto di tessuto ovarico congelato, precisa Giorlandino, «è ormai standardizzata da circa un decennio nella modalità che prevede il reimpianto del tessuto nel braccio della donna, dal quale vengono poi prelevati i follicoli in vista di un impianto in utero. Solo da alcuni anni però, e in casi selezionati, si sta reimpiantando il tessuto ovarico direttamente in addome o in sede ovarica, con il vantaggio che così il tessuto ovarico potrebbe riprendere a funzionare anche da solo senza la necessità di ulteriori stimolazioni». Questa tecnica, aggiunge l'esperto, «rappresenta indubbiamente una possibilità importante per la
preservazione della fertiltà in donne colpite da cancro».

Dello stesso parere anche il presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) Nicola Surico: «È una tecnica promettente, anche considerando il fatto che si sta abbassando l'età di esordio per i tumori ovarici, complici fattori quali l'inquinamento e l'alimentazione. Tuttavia - rileva - si tratta di una metodica costosa, e dunque da utilizzare in casi selezionati come, appunto, le donne colpite da tumore».