Medicina e Ricerca

Congresso Ant: cure palliative efficaci e sostenibili priorità per gli Stati

Gli Stati devono predisporre politiche sanitarie orientate a una gestione delle cure palliative efficace per i pazienti e per le loro famiglie ma al tempo stesso sostenibile in termini economici. E' la priorità emersa nel corso dell'apertura del congresso internazionale «The Dignity of Life until the Last Breath. Innovative models in cancer palliative care», organizzato a Bologna dalla Fondazione Ant Italia Onlus , da oggi a sabato 14 settembre.

Lo scenario futuro è già molto chiaro. "Le cure palliative sono indispensabili - sottolinea Franco Pannuti, fondatore di Ant - e lo saranno sempre di più per la tenuta dei sistemi sanitari e della coesione sociale. L'Oms stima che ne abbiano bisogno tra i 4 e i 5 milioni di persone malate di tumore e circa 100 milioni di pazienti, loro familiari e caregiver, se includiamo altre patologie. Nel 2020 circa 10 milioni di decessi saranno causati da una patologia oncologica, dai 2 ai 3 milioni solo nei Paesi industrializzati. Se da un lato diminuirà la mortalità tra i giovani, dall'altro sarà in aumento la popolazione anziana con patologie tumorali che necessiterà di assistenza".

Il congresso. Per tre giorni oltre cinquanta esperti provenienti da vari Paesi europei, da ospedali pubblici e privati, centri accademici di eccellenza e organizzazioni non profit si ritrovano a Bologna per confrontarsi sui modelli assistenziali presenti in Europa nel campo delle cure palliative e della home care, con particolare riferimento a modelli innovativi che prevedano la partecipazione integrata di diverse realtà territoriali.

Uno sguardo sullo sviluppo delle cure palliative nel mondo arriverà direttamente dagli Usa, grazie alla lettura magistrale di una delle maggiori esperte internazionali, la dottoressa Kathleen M. Foley del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Domani, nella prima giornata di lavori, si parlerà di modelli assistenziali integrati,verso la continuità di cura e di cure palliative in Italia. Nelle sessioni pomeridiane si affronterà il tema della formazione in cure palliative e dell'impiego degli analgesici oppioidi nel trattamento del dolore oncologico.

La giornata del 14 settembre offrirà infine un panorama della situazione europea dell'organizzazione delle cure palliative. Se ne discuterà nelle due sessioni, "Cure palliative in Europa: esperienze a confronto" e "Indicatori di qualità: quale futuro per le cure palliative in Italia e in Europa". L'ultima tavola rotonda sarà dedicata alla Tecnologia al servizio dell'home care.

La Fondazione Ant. Assistenza domiciliare, prevenzione, servizi socio-assistenziali, i numeri parlano chiaro e sono tutti in crescita: 6.808 sono stati i malati di tumore assistiti gratuitamente a domicilio in 9 regioni d'Italia tra gennaio e giugno di quest'anno, in crescita del 4.6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. E le persone seguite ogni anno da Ant rappresentano circa il 10% di tutti i malati oncologici assistiti a domicilio nel nostro Paese. Sono il 9% in più i malati assistiti ogni giorno gratuitamente a domicilio dallo staff sanitario della Fondazione Ant rispetto allo stesso mese del 2012 (+27% negli ultimi cinque anni). Attualmente i 131 medici, 88 infermieri e 27 psicologi che lavorano per Ant - cui si affiancano altre figure professionali come nutrizionisti, assistenti sociali, farmacisti, fisioterapisti, collaboratori e dipendenti, per un totale di 400 persone - curano ogni giorno 3.943 Malati (dato aggiornato al 30 giugno 2013). Dal 1985 sono stati curati dalle 20 équipes di specialisti Ant 96.289 malati di tumore, direttamente a casa e senza alcun costo per gli Assistiti e per le loro Famiglie.

"Tutti i servizi offerti da Ant ai malati di tumore, alle loro famiglie e ai cittadini - commenta Raffaella Pannuti, presidente Ant - hanno visto una fortissima crescita negli ultimi mesi, a fronte di un bilancio economico che si mantiene appena costante e di una situazione politica che non facilita in alcun modo l'operato, il riconoscimento e l'integrazione del settore non profit".

I dipendenti della Fondazione sono aumentati del 22% (da 94 a 115) ma complessivamente il personale occupato - che comprende collaboratori, liberi professionisti e i dipendenti stessi - è diminuito del 5.9%, passando da 425 a 400 unità. "Con lo stesso denaro - continua Pannuti - e con meno personale siamo costretti a rispondere a richieste di assistenza in continuo aumento, cercando al contempo di offrire servizi innovativi e implementare attività di prevenzione oncologica su tutto il territorio. Ant rappresenta un esempio concreto di sanità sostenibile a servizio della cittadinanza, in un momento in cui la sanità pubblica rischia di diventare sempre più privilegio di pochi. Occorre cambiare strategia, ma solo una normativa che sancisca in modo chiaro l'integrazione tra pubblico e non profit può consentirci di andare avanti".

Il caso Germania. A livello europeo la Germania è sicuramente uno dei paesi in cui è molto forte la necessità di cure palliative qualificate per i malati oncologici in fase avanzata. Nel paese - dove il problema dell'incidenza del tumore è legata all'invecchiamento della popolazione e la mortalità è molto elevata - negli ultimi cinque anni è stato diagnosticato un tumore a circa 1.45 milioni di persone. Gli ultimi report del Robert Koch Institute rivelano che nel 2008 su un campione con età standardizzata di 100.000 europei la morte da cancro colpisce 205.6 uomini e 130.5 donne. In Germania, nello stesso anno, ci sono stati 215.442 casi di morte a causa di un tumore (50% uomini e 57% donne). Nel 2010 erano 160 le unità di cure palliative in Germania con 1.228 letti (ovvero 15 letti per 1 milione di abitanti). Considerando la domanda, dovrebbero essere 35 i letti per milione di abitanti. Si stanno facendo enormi sforzi per migliorare la situazione, tuttavia persistono ancora molti gap nella rete di cure palliative, in particolare nelle aree rurali. In Germania tuttavia esiste una grande rete di organizzazioni di volontariato che supportano le famiglie e i pazienti con cure psicologiche. La German Hospice and Palliative Association conta oggi su 1.000 hospice con circa 80.000 volontari che si prendono cura dei pazienti: senza questo supporto in Germania non si potrebbe garantire un fine vita dignitoso a tutti i pazienti oncologici in fase avanzata. Attualmente nel Paese ci sono 2.600 posti letto in 300 hospice disponibili (per 30 milioni di abitanti). Questo significa che se tutti i posti letto fossero occupati da pazienti oncologici potrebbero coprire non più del 50% del fabbisogno.

Il quadro globale. Volgendo lo sguardo al resto del mondo, sono 7-9 milioni i bambini in condizioni di vita disastrose che richiedono cure palliative e l'80% di essi vive in paesi sottosviluppati. Nei paesi economicamente avanzati la copertura delle cure palliative non è più del 50%-70% e la loro integrazione nei sistemi sanitari è bassa e in calo. Molti Paesi sottosviluppati come Uganda, Zambia, Kenya e Vietnam - solo per citarne alcuni - hanno adottato le cure palliative nelle loro strategie contro il tumore e l'Aids. In Africa le cure palliative per l'Aids sono realizzate a domicilio, sulla base di programmi fondati sulla comunità locale.

Negli Usa invece la crescita delle cure palliative è avvenuta negli ospedali: oltre il 60% dei più grandi ospedali hanno team specializzati nel settore.
"Le cure palliative a casa - conclude il Presidente Ant - rappresentano la sfida della moderna sanità per dare risposte a tutti i sofferenti cronici Il ministro Lorenzin ha sottolineato più volte l'importanza strategica dell'assistenza domiciliare nell'ambito di un ripensamento della Sanità pubblica che sia sostenibile. Dall'ultimo censimento Istat si evince quanto sia cresciuto il non profit in questi dieci anni, in controtendenza rispetto a tutti gli altri settori. Ciò che davvero manca è una presa di coscienza delle istituzioni, che devono guardare a noi con meno gelosie e in modo più propositivo".