Medicina e Ricerca

Sclerosi multipla, 48 nuove varianti genetiche indiziate come responsabili della malattia

Raddoppiano i geni indicati come possibile causa della sclerosi multipla. Uno studio condotto dall'International Multiple Sclerosis Genetics Consortium (Imsgc ) ha permesso infatti di individuare 48 nuove varianti genetiche che influenzano il rischio di sviluppare la malattia neurologica. Grazie a questa scoperta, ora sono 110 le varianti genetiche note associate alla sclerosi multipla. Al lavoro, pubblicato su "Nature Genetics" , hanno partecipato anche scienziati italiani dell'Irccs San Raffaele di Milano e dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale di Novara. I geni individuati confermano il ruolo del sistema immunitario all'origine della patologia, e mostrano una sovrapposizione con geni già noti per essere coinvolti in altre malattie del sistema immunitario.

La nuova ricerca si presenta come «il più grande studio internazionale mai condotto in ambito di genetica di sclerosi multipla». Guidato dalla Miller School of Medicine dell'Università di Miami, negli Usa, ha coinvolto 193 scienziati di 84 gruppi di ricerca in 13 Paesi, e ha ricevuto fondi da oltre 40 enti e associazioni di pazienti, compresa la Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism ). E' stato analizzato il Dna di 29.300 persone con sclerosi multipla e 50.794 controlli sani.

La Fism ha finanziato la tipizzazione e l'analisi del genoma di mille italiani con sclerosi multipla e mille controlli sani, presso l'università di Novara e l'Istituto di via Olgettina. In braccio italiano dello studio è stato coordinato da Sandra D'Alfonso del Dipartimento di scienze mediche e Ircad (Interdisciplinary Research Center of Autoimmune Diseases ) dell'università del Piemonte Orientale, e da Filippo Martinelli Boneschi dell'Istituto di neurologia sperimentale del San Raffaele , entrambi membri del gruppo strategico dell'Imsgc. Hanno collaborato due consorzi di centri sclerosi multipla italiani: Progemus coordinato da Maurizio Leone (Clinica neurologica ospedale Maggiore della Carità e Ircad di Novara), e Progresso coordinato da Giancarlo Comi (direttore dell'Istituto di neurologia sperimentale del San Raffaele).

Gli scienziati che hanno condotto lo studio hanno utilizzato una tecnologia chiamata ImmunoChip, una piattaforma in grado di esaminare circa 200 mila varianti genetiche associate a una o più malattie autoimmuni. Oltre ad avere individuato 48 nuove varianti genetiche legate alla sclerosi multipla, lo studio ha anche permesso di confermare e localizzare con maggiore precisione un numero comparabile di varianti genetiche già note per essere associate alla patologia. Anche se ciascuna delle 110 varianti oggi conosciute determina individualmente un piccolo incremento di rischio di sviluppare la malattia, collettivamente queste mutazioni sono in grado di spiegare circa il 20% della componente genetica della malattia.
«Grazie alla pubblicazione di questi dati, la conoscenza della componente genetica di questa malattia complessa ha compiuto un importante passo in avanti», assicura Jacob McCauley dell'università di Miami, a capo del progetto. «La conoscenza dei fattori di rischio genetici implicati in una malattia complessa è un passaggio complicato ma fondamentale. Grazie a questa nuova scoperta - aggiunge - siamo più vicini alla conoscenza e individuazione dei meccanismi molecolari alla base dello sviluppo della sclerosi multipla e dunque alla scoperta dei bersagli di future strategie terapeutiche. Questi risultati rappresentano il completamento di un grande sforzo collaborativo. Uno studio di tali dimensioni e impatto non sarebbe stato possibile senza il lavoro e la volontà di un ampio gruppo di ricercatori e la partecipazione di migliaia di pazienti che hanno dedicato il proprio tempo e la propria energia».

«Grazie a questa importante scoperta, oggi finalmente conosciamo una consistente parte dei geni coinvolti nella sclerosi multipla - afferma Martinelli Boneschi, responsabile del Laboratorio di neurogenetica del San Raffaele di Milano - Adesso l'obiettivo è quello di comprendere meglio la funzione di questi geni nel contesto della malattia per sviluppare nuove terapie sempre più efficaci». «L'attuale scoperta è il frutto della collaborazione internazionale di gruppi di ricerca e di clinici che si occupano di genetica di sclerosi multipla - evidenzia D'Alfonso, responsabile del Laboratorio di genetica dell'ateneo di Novara - Inoltre, l'identificazione di geni che contribuiscono alla suscettibilità di diverse malattie autoimmuni potrà creare ulteriori sinergie tra ricercatori che potranno accelerare la comprensione dei meccanismi patogenetici delle malattie autoimmuni e quindi lo sviluppo di nuove terapie».