Medicina e Ricerca

Procreazione assistita: embrioni a suon di musica

Si chiamano Tobias e Sasha i primi bimbi italiani, nati da embrioni fecondati con la musica. La tecnica - che sarà presentata al Fertility Show di Londra - è frutto di un programma pionieristico messo a punto presso l'Istituto Marquès di Barcellona, utilizzando le micro-vibrazioni musicali negli incubatori dove si trovano gli ovociti prima della fondazione, fino al giorno in cui sono trasferiti nell'utero della donna.

Gli studiosi spagnoli hanno verificato che le micro vibrazioni della musica negli incubatori riproducono movimenti analoghi a quelli peristaltici delle tube di Falloppio, dove si muovono gli ovociti nel loro cammino naturale verso l'utero. Un'innovazione che ha comportato un aumento del 5% della percentuale di fecondazione, ovvero delle probabilità per gli spermatozoi di fecondare gli ovociti.

Per questo, per la prima volta nella storia della fecondazione assistita, all'lstituto Marquès tutti gli incubatori embrionari sono stati dotati di altoparlanti e, grazie al supporto di tecnici del suono, il team del dipartimento di embriologia della clinica ha creato un programma capace di emettere micro vibrazioni per 24 ore al giorno, selezionando tre differenti stili musicali: pop, heavy metal e musica classica. Non sono state tuttavia rilevate importanti differenze tra l'uno o l'altro genere musicale.

A supporto dell'utilizzo di tale tecnica è stato realizzato anche lo studio "Impact of exposure to music during in Vitro culture on embryo development", presentato lo scorso mese di luglio in occasione del Congresso della Società Europea di Riproduzione (ESHRE), che ha analizzato 985 ovociti fecondati di 114 pazienti differenti. Gli ovociti di ogni paziente sono stati suddivisi in 2 gruppi differenti, ognuno dei quali sottoposto a differenti colture: il primo in un incubatore dotato di altoparlante e il secondo in un incubatore convenzionale. Lo studio ha dimostrato che gli ovociti in coltura con le micro vibrazioni musicali hanno avuto una percentuale di fecondazione maggiore (+4,8%) rispetto agli altri.