Medicina e Ricerca

E-cig: «L'utilizzo non può essere normato da interessi economici». Lettera aperta di quattro Società scientifiche a Governo e Parlamento

Le società scientifiche Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE), Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), Federazione Italiana della Pneumologia (FIP), Società Italiana di Tabaccologia (SITAB), hanno sottoscritto una lettera aperta indirizzata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ai presidenti delle commissioni Affari sociali della camera e Igiene e Sanità del Senato Pierpaolo Vargiu ed Emilia Grazie De Biasi, al presidente del Consilgio superiore di Sanità Enrico Garaci e a quello dell'Istituto superiore di Sanità Fabrizio Oleari per esprimere «viva preoccupazione» sulle vicende che riguardano la sigaretta elettronica. «Il fumo di sigaretta - scrivono - costituisce uno dei più gravi problemi di salute pubblica in Italia che causa più del 10% delle morti e delle malattie precoci (Global Burden of Disease 2010); non sappiamo se la e-cig possa rappresentare uno strumento innovativo per contrastare l'abitudine al fumo e riteniamo che il suo utilizzo non debba essere normato da interessi economici».

Le Società ritengono «gravissima l'abrogazione della norma sul divieto di uso delle e-cig nei luoghi pubblici ed esprimono preoccupazione che le politiche di salute pubblica vengano influenzate da lobby economiche insensibili ai problemi sanitari. Ritengono inoltre che queste politiche non possano essere delegate a emendamenti inseriti in leggi che nulla hanno di sanitario, contribuendo ancora di più all'impressione che l'interesse del legislatore non sia la salute pubblica».

Inoltre, ritengono che, sulla base delle conoscenze attuali, una normativa razionale sulla e-cig che promuova la salute, debba non disincentivare la sostituzione della sigaretta tradizionale con quella elettronica (ad esempio mantenendo per quest'ultima un prezzo più basso di quello della t-cig), contemporaneamente evitando che la sigaretta elettronica diventi «la porta di ingresso dei giovani al tabagismo». «L'abrogazione del divieto dell'uso nei luoghi chiusi può contribuire alla rinormalizzazione del fumo di tabacco e rischia di annullare i progressi nella lotta al tabagismo fatti in Italia negli ultimi anni».

«La e-cig - scrivono nella lettera aperta - non deve essere usata, né pubblicizzata, come strumento di cessazione, fino a che le evidenze scientifiche non ne dimostrino in modo conclusivo la sua efficacia».