Medicina e ricerca

Stamina, Brescia nell'occhio del ciclone: la Corte dei conti della Lombardia avvia inchiesta. L'Unione medici italiani: «Stop ai trattamenti»

Agli Spedali Civili di Brescia non si dormono sonni tranquilli. Sul caso Stamina adesso indaga anche la Corte dei conti. «Abbiamo aperto un fascicolo per presunto danno erariale e avviato la fase istruttoria», ha detto il procuratore regionale lombardo Antonio Caruso, confermando le anticipazioni del Corriere della sera. «Per il momento abbiamo chiesto informazioni sia alla Regione Lombardia che agli Spedali Civili di Brescia». L'ipotesi è il possibile sperpero di soldi pubblici (si parla di oltre un milione di euro) legato all'ingresso del metodo Stamina in una struttura ospedaliera pubblica, e l'inchiesta punta a chiarire eventuali responsabilità.

Appello dell'Umi ai medici di Brescia
Difficile la posizione dei camici bianchi. L'Unione medici italiani ha consigliato ai propri iscritti e non, dirigenti dell'Ao Spedali Civili di Brescia, di astenersi dal praticare ulteriori trattamenti con il metodo Stamina proposti dalla direzione aziendale e sanitaria dai propri diretti superiori, ancorché giustificate dagli accordi tra l'azienda e Stamina o dalle ordinanze della magistratura. Il consiglio è motivato «dalla novità che i medici ora sono informati sul metodo Stamina e sono, quindi, consapevoli della mancanza di una sicura validazione scientifica». Insistere nel praticare il trattamento avendo acquisito le attuali notizie e con l'andamento delle indagini «è fortemente rischioso - afferma l'Umi - perché in contrasto con le norme di legge e deontologiche».

Il presidente Umi, Francesco Falsetti, «auspica che l'Ordine provinciale dei medici di Brescia assuma, anche per i nuovi elementi venuti alla luce, un ruolo più attivo nel rispetto del proprio ordinamento istitutivo». Ricorda che la magistratura non ha mai ordinato a nessun medico singolarmente di praticare il trattamento a base di cellule staminali mesenchimali messo a punto da Stamina e che la non conoscenza dell'efficacia e degli effetti collaterali «non consente al medico di ottenere da parte del paziente o dei parenti un corretto consenso informato secondo le norme di legge».

In nove chiedono di uscire dall'Internal Audit Stamina
In una lettera inviata il 20 gennaio al commissario straordinario dell'azienda ospedaliera, Ezio Belleri, nove medici degli Spedali Civili hanno chiesto di «uscire dal gruppo ristretto Internal Audit Stamina». Parlano di «difficile scelta» e precisano di non voler «sottrarsi ai doveri istituzionali per cui siamo obbligati quali medici di questo ospedale», ma di voler tutelare la propria «dignità personale». Nel rimettere il mandato, i sanitari affermano di «eventualmente procedere ai trattamenti Stamina su formale disposizione del legale rappresentante per ogni singolo caso ordinato dai giudici».

Una decisione che è valsa loro il plauso del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici. «Condivido totalmente la posizione assunta dal gruppo di medici degli Spedali Civili di Brescia», ha commentato Amedeo Bianc o. «La considero una posizione estremamente responsabile e che tiene conto della vicenda nelle sue condizioni date. Affiancheremo le decisioni di questi colleghi con tutti i mezzi e gli spazi che ci sono dati».

Quanto all'Umi, Bianco sostiene che «esprime un'opinione rispetto alla quale sono note alcune perplessità di metodo». I medici degli Spedali Civili di Brescia - aggiunge - «sono già stati improvvidamente mandati allo sbaraglio. Non è il caso di mandarli ancora allo sbaraglio».

Comitato ministeriale da rivedere
Intanto si allungano i tempi per la nomina del nuovo comitato scientifico, come denunciato nei giorni scorsi dal presidente Mauro Ferrari. La composizione - ha detto la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, a margine di un'audizione alla Camera - «potrebbe subire delle variazioni: stiamo facendo il vaglio dei nomi per essere sicuri di non dare adito ad altri ricorsi».

La Svizzera chiude la porta a Vannoni
Ha escluso ogni collaborazione con Stamina Foundation il Cardiocentro Ticino in Svizzera, che nel 2011 fu contattato da Davide Vannoni e il suo team. Le ragioni? «Opacità del protocollo di ricerca», «inconsistenza scientifica», assenza di pubblicazioni e «dubbia reputazione dei ricercatori coinvolti». A ricordarlo, in un comunicato, è la direzione della clinica ticinese. Come da prassi, due anni fa fu attivata la rete di collaboratori e di conoscenze all'interno della comunità scientifica. Ma il direttore scientifico Tiziano Moccetti «non ha mai avuto alcun contatto diretto con il signor Davide Vannoni o con persone in qualche modo riconducibili al gruppo Stamina», precisa la nota, smentendo le voci diffuse sulla stampa locale di una presunta collaborazione.