Medicina e ricerca

Epatite C: pochi pazienti trattati, poco personale dedicato e tanta variabilità regionale. Indagine Cittadinanzattiva EpacOnlus

Solo il 15% dei pazienti con epatite C è ritenuto idoneo all'utilizzo dei farmaci innovativi per la cura della malattia e fra questi solo un paziente su quattro ha avuto un accesso immediato alla nuova terapia, mentre il 35% è inserito in lista di attesa.

Sono questi alcuni dei principali elementi emersi dalla Indagine civica sull'accesso alle nuove terapie per il trattamento dell'epatite C, presentata oggi dal Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici (CnAMC)-Cittadinanzattiva in collaborazione con EpaC onlus.

Le strutture deputate a erogare la nuova terapia sono a livello nazionale 353 e fra i 65 Centri intervistati, risulta che ben l'80% continua a lavorare con la stessa dotazione di personale, nonostante l'aumento delle complessità gestionali dei nuovi trattamenti; il 20% inoltre dei Centri indica di aver aspettato da uno a tre mesi per avere a disposizione i farmaci da somministrare ai pazienti.

A livello regionale, meno della metà delle Regioni ha formalizzato e reso pubblico un Percorso diagnostico terapeutico completo per la gestione della cura. Manca invece una regia nazionale che uniformi i criteri di accesso alle terapie e per questo ogni Regione individua modelli diversi di organizzazione dei servizi per l'erogazione delle stesse.