Medicina e ricerca

Msf: «Urgente attivarsi per avere cure più efficaci contro la super-Tbc»

Governi, case farmaceutiche e ricercatori devono mobilitarsi con urgenza per cercare nuovi trattamenti efficaci contro la tubercolosi resistente ai farmaci. E' l'appello di Medici senza frontiere, che in vista della Giornata mondiale contro la tubercolosi (24 marzo) lancia anche in Italia il Manifesto 'Curami, salvami', da sottoscrivere online su www.msf.it/TBmanifesto . Le firme raccolte verranno consegnate a fine maggio all'Assemblea generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, che dovrà discutere i prossimi passi nella risposta globale alla tubercolosi.

«E' necessario attivarsi per salvare più vite - sottolinea Msf - e cercare di arginare l'emergenza 'super-Tbc', che ogni anno nel mondo colpisce circa mezzo milione di persone. Soltanto un quinto però riceve trattamenti, tra l'altro molto pesanti e non efficaci nella metà dei casi».

Una malattia antica. La tubercolosi e' una malattia antichissima, ricorda la Ong. Era nota agli Egiziani e ha ucciso anche George Orwell, Franz Kafka, Simon Bolivar e Fre'de'ric Chopin. Ancora oggi colpisce ogni anno circa 8 milioni di persone con oltre 1,3 milioni di morti, seconda soltanto all'Hiv tra le malattie infettive letali.

Oggi la Tbc è curabile, ma "una risposta globale inadeguata - afferma Msf - ha consentito l'affermazione di nuove forme contro le quali i farmaci disponibili sono del tutto inefficaci. Ogni anno vengono individuati circa 500.000 nuovi casi di tubercolosi multi-resistente (Mdr-Tb) praticamente in tutti i Paesi del mondo".


"Nonostante lo sviluppo di due nuovi farmaci, i primi in 50 anni - sottolinea l'associazione - oggi, non importa dove vivi, non ci sono cure efficaci. E i trattamenti sono devastanti: due anni di cura, oltre 10.000 pillole (fino a 20 al giorno), 8 mesi di dolorose iniezioni quotidiane, effetti collaterali gravissimi tra cui sordità e psicosi. I farmaci, pur con tutti questi limiti, costano ai sistemi sanitari circa 4.000 dollari a persona. E solo il 50% dei casi guarisce. Oggi solo una persona su 5 riceve il trattamento per la Tbc multi-resistente e la malattia killer, che si trasmette per via respiratoria ed è favorita da condizioni di vita precarie, può diffondersi indiscriminatamente".

"La diffusione della tubercolosi multi-resistente è un problema di tutti e richiede un'immediata risposta internazionale", afferma Stella Egidi, responsabile Medico di Msf. "Oggi - assicura - abbiamo un'opportunità storica: per la prima volta dopo 50 anni abbiamo nuovi farmaci che si affacciano sul mercato mondiale, ma dobbiamo agire in fretta se vogliamo rovesciare le sorti dell'epidemia. Medici senza frontiere chiede le firme di medici, pazienti e cittadini in tutto il mondo. Dobbiamo far sentire la nostra
voce per ottenere terapie più efficaci, salvare più vite e arginare questa malattia letale".

La tubercolosi non è una malattia lontana, precisa la Ong. "Un terzo della popolazione mondiale, circa 2 miliardi di persone, è portatore della forma latente dell'infezione, e circa il 10% sviluppa la malattia in forma attiva nell'arco della vita".


Di Tbc ci si ammala anche in Italia. "Si contano ogni anno circa 7,5 nuovi casi ogni 100.000 persone, soprattutto nelle grandi città, con il 25% tra Roma e Milano - ricorda Msf - e la Lombardia tra le regioni più colpite. I casi riguardano al 50% italiani (per lo più anziani che hanno contratto la malattia latente da giovani ma la sviluppano ora per indebolimento delle difese immunitarie, terapie croniche o alimentazione carente) e al 50% immigrati, per lo più tra i 25-50 anni, che sviluppano la malattia soprattutto a causa di
condizioni precarie di vita, scarsa alimentazione, condizioni di stress".