Medicina e ricerca

Epatite C, ecco le prime linee guida dell'Oms

L'Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato in occasione del Congresso internazionale sul fegato di Londra la sua prima guida al trattamento dell'epatite C, infezione che colpisce tra i 130 e i 150 milioni di persone provocando tra le 350mila e le 500mila morti ogni anno.
La pubblicazione delle "Linee guida per lo screening, la cura e il trattamento delle persone con epatite C" coincide con la disponibilità di farmaci orali più efficaci e sicuri, cui se ne aggiungeranno altre nei prossimi 5 anni.

«La raccomandazione Oms è basata su un'approfondita revisione nelle migliori e più ampie revisioni scientifiche», spiega Stefan Wiktor, a capo del WHO's Global Hepatitis Programme. «L'obiettivo è aiutare i Paesi a migliorare trattamenti e cure e a ridurre le morti per cancro al fegato e cirrosi». Per questo l'Organizzazione lavorerà a fianco dei singoli Paesi per far sì che le linee guida siano assorbite nei loro programmi nazionali contro la malattia, offrendo un supporto per migliorare la disponibilità di farmaci. L'Oms sponsorizzerà inoltre la qualità dei test di laboratorio e lo sviluppo di farmaci generici
«Il trattamento per l'epatite C è spesso inarrivabile per la maggior parte dei pazienti che ne hanno bisogno. La sfida ora è garantire che ciascuno abbia accesso alla cura», dichiara Peter Beyer, senior advisor per i farmaci essenziali e i prodotti per la Salute dell'Oms. «L'esperienza dimostra che serve una strategia "sfaccettata" per potenziare l'accessibilità».

Nove raccomandazioni-chiave. Le guide linee contengono nove raccomandazioni: tra queste, l'aumento della popolazione monitorata rispetto, consigli su come limitare i danni al fegato per quanti sono affetti dal virus, strategie sulla selezione e la provvigione di trattamenti appropriati nei casi cronicizzati, programmi di prevenzione rispetto alla possibile trasmissione derivante da procedure mediche non sicure o dallo scambio di sirighe infette.