Medicina e ricerca

Strategia contro il dolore pediatrico

di Barbara Gobbi

Delegare all'infermiere la somministrazione di un farmaco antalgico sicuro e ben tollerato, così da ridurre al più presto la sofferenza nel bambinio, che arriva ad attendere fino a 50 minuti in Pronto soccorso. E' solo una delle raccomandazioni messe a punto dal gruppo di studio Piper (Pain in Pediatric Emergency Room) e in via di pubblicazione, presentate in occasione del IV Multidisciplinar Pain Meeting in corso a Minorca fino al 10 maggio. Il gruppo, coordinato da Franca Benini, responsabile del Centro regionale veneto di Terapia antalgica e cure palliative pediatriche, Dipartimento di pediatria dell'università di Padova, ha messo a punto «non delle vere e proprie linee guida, ma di raccomandazioni formalizzate per la prima volta, stilate tenendo conto della letteratura scientifica sull'argomento e delle conoscenze attuali in materia di dolore pediatrico». Al centro dei "consigli", «procedure molto frequenti e temute dai bambini - ricorda Benini - come le iniezioni e le suture. Il punto è che il dolore non viene mai considerato come un sintomo da trattare. Un errore, come dimostrano moltissimi studi scientifici: trattarlo ed eliminarlo con i farmaci adeguati non solo è eticamente corretto nei confronti di un bimbo che soffre, ma riduce anche la permanenza in ospedale, accelera la guarigione ed evita che da adulti la soglia del dolore si abbassi».

Oggi la realtà è ben diversa: malgrado un'indagine condotta tra il 2010 e il 2013 dal Piper in 19 ospedali pediatrici dimostri come al 37% dei bambini che arrivano in Pronto soccorso non venga valutato il dolore; e malgrado il dolore sua tuttora la prima causa d'accesso al pronto soccorso per gli under 14, nel 47% dei casi non viene applicato nessun protocollo per trattarlo.

«Il dolore è un problema sottodimensionato e l'applicazione della legge 38/2010 è ancora inadeguata, anche e soprattutto in pediatria – sottolinea Marco Spizzichino, Dirigente Ufficio XI, Direzione Programmazione sanitaria del ministero della Salute –. È essenziale porre attenzione alla gestione del dolore nei Pronto soccorso pediatrici e queste nuove raccomandazioni sono fondamentali per migliorarla: l'obiettivo, ora, è distribuirle a tutte le strutture sanitarie del Paese per far sì che vengano applicate ovunque, riducendo le disuguaglianze di trattamento fra Regioni tuttora esistenti. Non è tollerabile che un bimbo debba provare dolore anche solo per un banale prelievo: si tratta di fastidi che la medicina sa, può e deve risolvere».

Purtroppo in ambito pediatrico è tutto molto più difficile, come racconta Guido Fanelli, Presidente della Commissione Terapia del dolore e cure palliative del ministero della Salute: «basti pensare - spiega - che in Europa l'impiego degli oppioidi sui bambini è ovunque off label, fuori dalla registrazione ufficiale; inoltre alle aziende che intendono commercializzare questi farmaci per l'utilizzo nei bambini viene chiesta una tassa annuale che supera i possibili guadagni, visto il numero relativamente basso di pazienti, e ciò limita moltissimo la possibilità di immettere sul mercato medicinali adatti all'uso pediatrico. Ora qualcosa per fortuna sta cambiando: l'European Medicines Agency ha da poco deciso di considerare il dolore pediatrico che richiede oppioidi come malattia rara, riducendo le spese per i produttori e facilitando così l'impiego di questi farmaci».

La campagna d'informazione. Solo in Italia 12 mila bambini e ragazzini fra zero e 18 anni hanno necessità di cure palliative e terapia del dolore, spesso per un tumore. Ma, coem evidenziato dalle raccomandazione Piper, è opportuno che la sofferenza sia combattuta a ogni livello, anche in caso di traumi occasionali. Per far comprendere l'importanza di una corretta gestione del dolore, dopo aver distribuito nel 2013 10.000 copie del poster sul trattamento del dolore, il gruppo Piper ha realizzato il video "Dolore? No grazie!" con il patrocinio del Ministero della Salute (contributo incondizionato di Angelini): si tratta di un cortometraggio – protagonista l'attrice Paola Minaccioni – che sarà distribuito da oggi in tutte le strutture sanitarie e proiettato nelle aree di attesa, per sensibilizzare i genitori e far capire loro che soffrire non è una condanna ineluttabile e che valutare il dolore e intervenire per ridurlo è possibile.