Medicina e ricerca

Nasce a Roma un polo di ricerca tutto a misura di bimbi

di Roberto Turno

Con 26 mln di investimenti in tecnologie e infrastrutture e altri 15 mln di budget annuale, 150 ricercatori che diventeranno presto 200 e tanta speranza per il futuro, nasce a Roma il nuovo polo italiano per la ricerca pediatrica. Una ricerca tutta a misura di bimbi, dove la genetica, le malattie rare e quelle multifattoriali, l'onco-ematologia, l'immunoterapia e la farmacoterapia, saranno tutte al servizio dell'infanzia. Sarà il primo polo di ricerca pediatrica in Italia e tra i primissimi in Europa, certamente uno dei principali investimenti in ricerca in Italia da anni e anni. Nasce sotto il segno del «Bambino Gesù», il primo ospedale pediatrico nazionale.

La cell factory dei farmaci
Il grande hub italiano della speranza e della ricerca tutta a misura di bimbo, nasce alle porte della Capitale, a "San Paolo fuori le mura", sotto il marchio del «Bambino Gesù» di Roma, che da solo attrae quasi il 45% della domanda ospedaliera pediatrica in Italia. Ma non sarà solo, il Bambino Gesù, in una iniziativa nell'iniziativa: avrà infatti affianco il «Gemelli» per la creazione della cell factory, altra perla della scommessa del polo di ricerca, che è stata presenta a oggi. La cell factory è qualcosa di speciale: una vera e propria officina farmaceutica, unica nel centro-sud del Paese sia per dimensioni che per la capacità di sviluppo dedicata alla produzione su larga scala di terapie avanzate. A ulteriore testimonianza dello sguardo interamente dedicato al futuro di questa specialissima iniziativa.

Strumenti hi-tech per la ricerca medica
«È un progetto che nasce dalle esigenze dei bambini e guarda al futuri, nella consapevolezza che solo la ricerca farà compiere nei prossimi anni passi in avanti all'assistenza sanitaria, impensabili solo fino a qualche tempo», afferma Giuseppe Profiti, presidente del «Bambino Gesù». Secondo gli studi, il 50% dei ricoveri pediatrici e dovuto a malattie genetiche o a una larga componente di carattere genetico. Naturale che comprenderne le basi e i meccanismo biologici rappresenti potenzialmente un'arma formidabile per poterle affrontare. Il tutto, accompoagnato nel nuovo polo romano di San Paolo da solide basi tecnologiche. Spiega il direttore scientifico, professor Bruno Dallapiccola: «Il polo è dotato di piattaforme tecnologiche di ultima generazione, appositamente dedicate a questo tipo di studi che potranno permettere di di classificare e studiare "malattie orfane", di disegnare percorsi di cura personalizzati di presa in carico e terapia». Il futuro della medicina, insomma, dedicato al futuro delle nuove generazioni.

Tra investimenti e rientro dei cervelli
Leucemie, tumori solidi, malattie rare e perfino ultrarare, patologie metaboliche saranno le indagate speciali al polo di San Paolo fuori le mura capitoline. Con l'obiettivo dichiarato dell'iniziativa di estendere il progetto di favorire l'attrazione ma anche il rientro in Italia dei ricercatori nazionali e stranieri. E di attrarre investimenti anche dall'estero, dando fiato a un indotto locale particolarmente vivace e promettente. Crescita, ricerca e cura delle malattie, insomma, viste come un tutt'uno. Per un futuro dei nsitri bimbi più sano e sicuro.