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Monchiero (Fiaso): per le cure primarie serve una delega al Governo


Trasformare l'articolo 1 del decreto Balduzzi, quello sul riordino delle cure primarie, «in una delega al Governo per riordinare il settore rispettando le prerogative di Regioni e aziende». A proporlo nel corso dell'audizione in commissione Affari sociali della Camera è stato Giovanni Monchiero, presidente della Fiaso, la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere. Così com'è, per Monchiero, avrebbe effetti negativi e rischierebbe per giunta di bloccare le sperimentazioni sull'h24 in atto.

«Non si può che condividere - precisa Monchiero - lo spirito dell'articolo 1 che vorrebbe garantire la continuità assistenziale sul territorio, che sia pure in via sperimentale e a macchia di leopardo Regioni e Asl stanno da tempo cercando di conseguire nonostante le ben note ristrettezze di bilancio». Ma la norma, così come è scritta, «demanda tutto ai rinnovi contrattuali dei medici di famiglia, ossia a non prima del 2015, mentre riconosce da subito un diritto di veto ai sindacati di categoria che potrebbe di fatto bloccare le sperimentazioni già in atto». Ad aggravare la situazione è l'assenza di «qualsiasi previsione di copertura economica degli ulteriori compiti che la futura convenzione dei medici di famiglia dovrebbe assegnare per garantire l'attività assistenziale h24, sette giorni su sette».

Non è l'unico rilievo al decreto. Su rischio clinico e assicurazioni Monchiero ha sottolineato che «Fiaso ritiene indispensabile ripristinare la formulazione originaria della norma, che escludeva la responsabilità in caso di colpa lieve nei casi di aderenza del medico ai protocolli diagnostico-terapeutici». Rispetto alle nomine dei direttori di struttura complessa, inoltre, Fiaso giudica «contradditorio» il testo del decreto, ritenendo «impossibile mantenere contemporaneamente vigenti un sistema di nomina basato su una terna proposta da una commissione ad hoc e uno fondato sulla definizione di una graduatoria dei partecipanti». Il metodo della terna sarebbe «più coerente con gli obiettivi istituzionali e i principi aziendali».