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Esplode il "giallo" delle ricette rosse. Qualche dietrologo potrebbe pensare che si tratta di una manovra per accelerare l'implementazione della ricetta elettronica ma più probabilmente la scarsità improvvisa di ricette rosse cartacee riscontrata in alcune regioni è un problema di inefficienza nella distribuzione. Inizialmente si pensava che il problema fosse circoscritto alla Campania, ma evidentemente non è così: la mancanza dei ricettari rossi si sta diffondendo come un'epidemia anche nelle altre regioni. A farne le spese adesso sono i medici e i pazienti del Veneto. La Direzione sanitaria dell'Ulss 9 di Treviso fa infatti sapere che, "per motivi non legati alla volontà né all'organizzazione aziendale, nei punti di distribuzione dell'azienda sono esauriti i ricettari. La direzione si scusa fin d'ora con i medici di medicina generale e gli operatori di continuità assistenziale che operano nel territorio per i possibili disagi che si possono verificare".
Un bel problema. Senza ricetta niente esami clinici, niente farmaci e quindi niente assistenza per i cittadini. Naturalmente ad essere maggiormente colpite sono le fasce più deboli: le persone meno abbienti, che non possono acquistare medicinali senza rimborso, gli anziani, i malati cronici costretti a ripetuti controlli e ad assumere molti farmaci. Si parla di grandi numeri: "Mediamente un medico - spiega il segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo - utilizza più di un blocchetto al giorno. Quindi compila oltre 100 ricette. E in inverno molte di più". Secondo Milillo, si tratta di "incidenti sporadici" che però dimostrano "un difetto nel meccanismo della fornitura". Difficile individuare la responsabilità del disservizio. "Presumo - sottolinea il numero uno della Fimmg - che si tratti di una carenza regionale. Se si trattasse di un problema 'centrale', il disservizio dovrebbe
verificarsi contemporaneamente in tutte le Regioni. Ma non è così. Forse - aggiunge - tutto nasce al momento dell'approvvigionamento e delle ordinazioni da parte dell'azienda sanitaria". I primi allarmi sulla mancanza di ricettari sono arrivati dalla Campania. Il primo a denunciare il disservizio è stato il segretario regionale del Sindacato medici italiani Smi), Antonio Mignone: "Dopo le nostre proteste - afferma - qualcosa si è mosso. I ricettari arrivano, ma sempre col 'contagocce'". La zona dove maggiormente si è andati 'in riserva' di blocchetti è stata quella di Napoli, soprattutto Frattamaggiore, Grumo Nevano, Frattaminore, Casandrino e Sant'Antimo. La questione, però, ora sembra spostarsi a Nord. Ma non solo. "A quanto mi risulta - spiega Milillo - il problema si presenta a macchia di leopardo, un po' ovunque".
Ora comunque è il momento del Veneto. "Essendo la consegna inizialmente prevista a fine agosto e, successivamente, a fine settembre - spiega Pierpaolo Faronato, Direttore sanitario dell'Ulss 9 di Treviso - abbiamo provveduto per tempo a richiedere formalmente la consegna dei ricettari sia all'Istituto Poligrafico che al servizio farmaceutico regionale, sottolineando l'urgenza della richiesta. Non avendo ottenuto fino ad oggi riscontro, riteniamo opportuno scusarci fin d'ora per i possibili disagi causati ai medici di medicina generale e agli utenti stessi. Sarà cura dell'Azienda comunicare tempestivamente agli operatori quando il problema sarà risolto e i nuovi ricettari saranno a disposizione presso gli sportelli deputati".