Notizie Flash

È possibile contenere la spesa pubblica e tutelare, nello stesso tempo, il diritto fondamentale alla salute dei cittadini quando le casse delle Regioni sono ormai fortemente prosciugate dal decentramento della Sanità? E ancora, al di là dell'invitante e immediato risparmio offerto ai bilanci regionali dai farmaci biosimilari, quali sono i rischi potenziali del loro impiego? Su questi e altri temi si sono confrontati oggi a Roma i massimi esperti del settore in occasione del convegno organizzato dalla Società italiana di Ematologia (Sie) dal titolo "La Sie Lazio e Ceis incontrano le istituzioni. I progressi dell'ematologia e la sostenibilità finanziaria".

Anche l'ematologia italiana si trova davanti al "passaggio stretto" tra innovazione e sostenibilità. I vincoli sempre più stringenti, secondo gli esperti intervenuti al convegno, fanno emergere la necessità di nuove forme organizzative, capaci di conferire alla figura del paziente la centralità necessaria a contrastare le conclusioni che seguono a calcoli meramente economici. I dati parlano chiaro: con una spesa pari a circa il 7,3% del proprio Pil (circa 2.700 dollari pro capite, a fronte dei 3.000 dollari del Regno Unito e dei 3.600 dollari di Germania e Francia), l'Italia è tra i Paesi che destinano meno risorse alla spesa sanitaria pubblica. A rendere più complessa la situazione è la realtà di un Paese a più velocità anche nella governance delle cure e delle singole patologie.

L'incontro, patrocinato dalla onlus Amici della Speranza, si è articolato in quattro sessioni. La prima, incentrata sullo specifico settore dell'ematologia, verteva sulle modalità in cui il Ssn potrà essere in grado di far fronte a costi sempre più rilevanti. La seconda era dedicata alle situazioni di vita quotidiana e alla cooperazione spontanea tra medici, per uniformare la metodologia della qualità assistenziale nel suo complesso. Dalla diagnostica più raffinata, concentrata in 1-2 centri di altissima specializzazione e di know how riconosciuto a livello internazionale, all'applicazione di protocolli condivisi e uniformi. La terza sessione era incentrata sulla contrapposizione tra farmaci consolidati e biosimilari. Su questi ultimi, in particolare, si è svolto un confronto tra medici utilizzatori e non utilizzatori. Nell'ultima sessione si è cercato di delineare lo scenario futuro dell'assistenza ai pazienti: nuovi farmaci e modi di erogare assistenza, qualità di vita e sostenibilità economica.