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Ampliare l'accesso alle cure, potenziare le misure di prevenzione e migliorare informazione e sensibilizzazione dei cittadini. Sono i cardini del Piano nazionale per la lotta alle epatiti, che con molta probabilità sarà presentato il prossimo 29 novembre, in occasione della Giornata mondiale. L'annuncio - molto atteso perché l'Italia è in ritardo rispetto alla raccomandazione Oms a tutti gli Stati di dotarsi di una strategia ad hoc - arriva dagli esperti italiani riuniti a Boston per il Congresso dell'Associazione americana per lo studio delle malattie del fegato (Aasld).
«Il Piano nazionale rappresenta un passo fondamentale - sottolinea l'epatologo del Policlinico di Milano Massimo Colombo - poiché finalmente si affronterà un prroblema fino a oggi spesso sottovalutato, e questo perché gli effetti e i danni delle epatiti virali non sono immediati ma si vedono a distanza di anni».
Anche se resta da chiarire l'entità dei fondi che saranno destinati sul territorio per misure concrete di contrasto, si dichiara soddisfatto anche il presidente dell'Associazione italiana per lo studio del fegato Paolo Caraceni: «E' fondamentale avere una visione globale del problema per poter migliorare la situazione attuale, che nel nostro Paese registra ancora 15mila decessi legati alle malattie del fegato e 1.000 trapianti corerlati a patologie epatiche».