Notizie Flash

Il Consiglio nazionale dello Smi ha approvato all'unanimità una mozione della Commissione Continuità assistenziale in cui si chiede, soprattutto alla luce delle conseguenze dell'approvazione della Riforma Balduzzi, che le Regioni tutelino gli attuali livelli occupazionali del settore.
Per Pina Onotri, responsabile dell'area della Continuità assistenziale «la Balduzzi sta dando copertura a una serie di provvedimenti in atto in molte Regioni e aziende sanitarie: si smantella un servizio per i cittadini e si mettono a rischio molti posti di lavoro. È bene sottolineare che il 40% dei medici di continuità assistenziale, a livello nazionale, ha un contratto a termine. Immaginate le conseguenze sulla categoria». Lo Smi denuncia, inoltre, la netta opposizione al convenzionamento separato, così come sta accadendo e così come proposto da altri sindacati: «In questo modo si mettono in discussione i diritti acquisiti dei medici equivalenti, equipollenti e formati – sottolinea Onotri – nonché si acuisce la precarizzazione di un lavoro (sottopagato) già di per sé complesso e pericoloso». «Se si elimina la continuità assistenziale – conclude Onotri - come identità autonoma, che si coordina con altri soggetti dell'area delle Cure primarie, dovremo affrontare uno scenario con due possibili alternative per continuare ad assicurare le cure ai cittadini: o appaltare servizio ad esterni privati o farlo ricadere sui medici di famiglia»