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Vogliono far nascere i propri figli a Pantelleria, senza dover prendere un elicottero per raggiungere la Sicilia o essere costrette a un ricovero anticipato sulla terraferma. Da questa mattina un centinaio di residenti di
Pantelleria, per la maggior parte donne, manifestano a Roma davanti al
ministero della Salute per chiedere la riapertura del punto nascita presente nell'ospedale dell'isola e chiuso da due mesi. "Da metà dicembre le donne sono costrette a viaggi della speranza verso la Sicilia - afferma Giuseppe Spata, presidente del Consiglio comunale di Pantelleria - spesso a partire alcune settimane prima del parto. Questo comporta grandissimi disagi alle donne. Chiediamo al ministro Balduzzi e al prossimo Governo - aggiunge - che il reparto venga riaperto e rafforzato con medici e personale. Fino allo scorso anno avevamo 70-80 parti l'anno. Ora, in due mesi di stop del punto nascita, già 10 bambini sono nati fuori Pantelleria". Sono 8.000 i residente del Comune che copre l'intera isola di Pantelleria, circa 110 chilometri a Sud della Sicilia e a 70 km dall'Africa, e anche se a Roma è arrivata un piccola delegazione,
tutti si sentono partecipi della chiusura del centro e abbandonati dal
Governo e dalla Regione.