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La corte d'Appello di Torino ha condannato il magnate svizzero Stephan Schmidheiny a 18 anni di carcere per la strage dell'Eternit, la multimazionaledell'amianto che ha provocato nei suoi 4 stabilimenti
italiani di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli, circa 3.000 vittime tra morti e malati di mesotelioma pleurico e asbestosi. Schmidheiny titolare dell'Eternit dal 1972 era accusato di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di misure di sicurezza. In primo grado il manager era stato condannato a 16 anni. È uscito invece dal processo il barone belga Jean-Louis de Cartier de Marchienne morto il 21 maggio scorso all'età di 92 anni. Con l'estizione del processo a suo carico, circa 2.500 parti civili del processo rischiano di non aver alcun risarcimento e dovranno avviare una causa civile probabilmente in Belgio.

In aula a seguire il verdetto l'ex Ministro della salute, Renato Balduzzi, il procuratore capo della Repubblica di Torino, Gian Carlo Caselli, il procuratore generale Marcello Maddalena, oltre a centinaia di parenti delle vittime giunti da tutta Italia e anche network televisivi stranieri.