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«La Società italiana di telemedicina e sanità elettronica pubblicamente
ringrazia l'autorità Garante per la protezione dei dati personali, per la segnalazione di ieri al Governo e al Parlamento in merito alle modifiche introdotte dall'art. 17 del recente decreto Fare in tema di Fse», a dichiararlo è Giancarmine Russo, segretario generale della Sit che prosegue: «Desidero estendere il nostro ringraziamento agli Ordini dei medici di Bologna e Latina e ad alcuni parlamentari di maggioranza che si sono fatti promotori degli emendamenti atti a ripristinare il testo precedente del decreto, che, a fini di ricerca epidemiologica, di programmazione e controllo della spesa sanitaria, escludeva l'accesso ai documenti clinici degli assistiti, evitando di conferire a ministeri e regioni un'enorme mole di dati sensibili nominativi inutili per tali finalità, come ricoveri, accessi ambulatoriali, referti, risultati di analisi cliniche, farmaci prescritti etc. Siamo una società medico scientifica e abbiamo ben presente che il rapporto fiduciario che ci lega ai nostri pazienti è basato sulla confidenzialità e riservatezza delle informazioni raccolte; se il cittadino percepisce che i suoi dati di salute possono essere conosciuti dalle pubbliche amministrazioni, si rischia che o non ci dia il consenso al trattamento, o ci nasconda alcune malattie potenzialmente limitanti, per esempio, l'utilizzo di autoveicoli, o abitudini voluttuarie come l'abuso di alcol, oppure che si allontani dal Ssn, rivolgendosi al privato per chi se lo potrà permettere».

«Occorre ricordare – ha proseguito Chiara Rabbito, responsabile privacy della Sit – che il trattamento dati, per essere "lecito", deve rispondere a principi di necessità, pertinenza, proporzionalità e non eccedenza rispetto alle finalità che si vogliono perseguire: a fini di governance, ricerca e programmazione sanitaria, possono infatti essere utilizzati dati in forma anonima ed aggregata, limitando l'utilizzo dei dati nominativi ai soli processi di cura».

«Ho accettato volentieri l'invito rivoltomi dalla Sit – ha concluso Fabrizio L. Ricci del Lvse del Cnr di Roma – a coordinare un apposito gruppo di studio sul Fse, in quanto riteniamo che, nonostante siano passati oltre sei anni dal progetto Mattoni, le criticità da risolvere siano ancora molte e ieri il Garante ne ha evidenziato un aspetto molto importante in tema di sicurezza e privacy dei dati trattati».