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Ci sono le prove di un aumento dei casi di tumore nei distretti della Terra dei fuochi, che necessitano di una cooperazione chiara, e non negazionista, tra istituzioni, medici e associazioni". Lo afferma Gaetano Rivezzi, presidente dell'Isde (Associazione medici per l'ambiente) Campania, che oggi insieme ai colleghi dell'associazione è stato ascoltato dalla Commissione Sanità del Senato nel corso dell'indagine conoscitiva sull'inquinamento ambientale e l'incidenza tumori.

"Abbiamo già a disposizione una fotografia del rischio oncologico dei distretti che gravitano nella Terra dei fuochi - spiega Rivezzi - grazie ai codici '048' dei medici di famiglia, ovvero le richieste di esenzione al Servizio sanitario nazionale (Ssn) per persone con patologie tumorali. Ebbene, in alcuni distretti c'è stato un aumento del 300% di queste malattie in pochissimi anni. L'esempio più eclatante è il distretto di Frattamaggiore, 5 comuni con un bacino di 100mila abitanti: qui i medici hanno registrato 136 casi nel 2008 diventati 420 nel 2012. Poi ci sono i numeri del distretto di Casalnuovo - precisa - qui i codici 048, cioè le persone con un tumore, passano da 384 a 622 in 5 anni. Quasi il doppio".


Il livelli di contaminazione ambientali sono elevati. "Abbiamo individuato tracce di policlorobifenili (Pcb) e diossina anche 50 volte oltre la norma nelle pecore di Acerra ora abbattute - sottolinea Antonio Marfella, vicepresidente Isde-Campania durante l'audizione - ma lo stesso dato è stato riscontrato anche nel sangue umano e in prodotti agroalimentari. Un dato che evidenzia un nesso di causalità tra l'inquinamento ambientale della Terra dei fuochi e il rischio oncologico della popolazione residente". "Abbiamo analizzato il sangue di un senatore di Casalnuovo, in Campania, attualmente in carica - afferma Marfella - e vi abbiamo riscontrare tracce di queste sostanze tossiche".

Dati alla mano, i medici dell'Isde lanciano un appello al ministro della Salute Lorenzin: "Ci aspettiamo che la Lorenzin possa individuare in noi un elemento di collegamento con la base sanitaria della Campania. E si inizi davvero - conclude Rivezzi - a lavorare per dare una risposta alla popolazione sempre più preoccupata per i casi di tumori. Non è più tempo per rimandare interventi".