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Farmaci omeopatici a rischio: tassa di registrazione «sproporzionata»

Cure omeopatiche a rischio, se non si interverrà riducendo la nuova tassa per la registrazione dei farmaci "naturali". Per ottenere l'autorizzazione all'immissione in commercio (Aic) di prodotti omeopatici, la normativa prevista dal decreto Balduzzi richiede, a produttori e importatori, il pagamento di una somma che, secondo stime delle associazioni, sarebbe di circa a 20.000 euro a farmaco a fronte dei 31 euro precedenti, con un rincaro di circa 700 volte.

Le imprese parlano di una "tassa sproporzionata" rispetto alla realtà economica del settore che dimezzerà il fatturato e metterà a rischio, oltre a migliaia di posti di lavoro, anche la produzione di alcuni farmaci meno utilizzati, quelli per i quali gli oneri di autorizzazione alla commercializzazione saranno maggiori dei guadagni derivanti dalle vendite.

La risposta delle aziende è stata un ricorso al Tar mentre il comitato "Difendiamo l'Omeopatia" ha avviato una raccolta firme per chiedere di cambiare le norme attualmente in vigore, riducendo costi e procedure burocratiche. La registrazione secondo i nuovi canoni Ue andrà completata entro fine 2015 ma, a mettere ancor più in agitazione il settore, la decisione dell'Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) di richiedere l'invio delle schede relative a ciascun prodotto, entro il mese di ottobre 2013.